Una parete di Palazzo De Fusco sarà usata per uno dei murales del Pompei Street Festival. La decisione ha mandato su tutte le furie una parte dell’opposizione. Salvatore Caccuri di Italia Viva ha parlato di “scelta senza dubbio discutibile. Siamo sgomenti dinanzi all’imbrattamento di una delle facciate del palazzo comunale, simbolo della nostra storia e sede istituzionale dell’Ente, nonché unico immobile di proprietà comunale ad avere una valenza soggetta a tutela”.

Il murales verrà dipinto su una delle pareti poste al confine con la Fonte Salutare: ospiterà il murale dedicato a Beato Bartolo Longo. “È inaccettabile che un evento artistico e culturale, per quanto rilevante, possa giustificare l’utilizzo di tale bene, deturpandolo – ha continuato Caccuri -. Ci troviamo costretti ad evidenziare l’enorme divario per le scelte operate dall’amministrazione in carica. Pompei è già stata testimone di devastazioni nella sua storia millenaria, eppure si è riusciti a preservare e proteggere il suo straordinario patrimonio. Oggi, invece, si deturpa con estrema facilità uno dei simboli della nostra identità”.

Ma c’è dell’altro. “La scelta politica di sacrificare sull’altare dell’arte urbana la salvaguardia di luoghi storici non può giustificare la violazione del nostro patrimonio – ha proseguito Caccuri -. L'arte urbana, purché sia praticata negli spazi appropriati, con responsabilità e consapevolezza, può convivere armoniosamente con il rispetto per la nostra storia e divenire così mezzo di espressione positivo e di arricchimento della Città. Resta inteso che nulla è contro il nostro Beato che ci auguriamo presto Santo. L’importanza dell’uomo meritava sicuramente un luogo più idoneo e più visibile, nonché più consono alle sue tradizioni di cattolico e di fondatore della nostra Città”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche un altro consigliere di minoranza, Domenico Di Casola: “Per l'amministrazione comunale le pareti della storica residenza della Contessa De Fusco, poi sposa del Beato Bartolo Longo, sono pareti anonime e magari prive di storia. In realtà è uno sfregio alla cultura, al rispetto delle regole, una offesa alla Città. Si interviene illegalmente sulle pareti di un palazzo storico per giustificare lo sperpero di 350mila euro per lo "Street Art Festival". Non è questo il modo di sprecare risorse pubbliche”.

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