POMPEI/TORREANNUNZIATA. Il Tribunale per i minorenni vuole “scavare”. Ancora. Forse servirà una perizia balistica, oppure occorrerà sentire altri racconti, di nuovi testimoni. Solo allora saranno definiti i contorni, ancora poco chiari, della dinamica del tentato omicidio del 9 agosto 2014 nei pressi di un noto pub sulla “Giuliana” di Pompei. Vittima designata dell’agguato il 42enne Vincenzo Tufano. La mandante, per i giudici, fu la sua ex moglie, Lucia Casciello (40), già condannata in primo grado ad 8 anni di carcere (vedi link 'sentenza' correlato, ndr). Passionale il movente del tentato delitto.

PROCESSO PARALLELO. Secondo l’accusa la donna, per il diabolico piano, assoldò un 17enne baby-killer del rione Penniniello di Torre Annunziata. V.F. oggi ha 18 anni, e fortunatamente quella sera avrebbe mancato il bersaglio, col volto coperto da un casco integrale e la scarsa luce della “Giuliana” a fare da contorno. Per questo è finito alla sbarra ai Minorenni, difeso dall’avvocato Roberto Cuomo nella “costola” del processo principale. Due le ogive rinvenute sul selciato all’esterno del locale di Pompei. A mancare è sempre l’arma usata per il tentato omicidio, mai rinvenuta, e l’esatta ricostruzione della dinamica del raid ordinato per presunti dissapori tra la Casciello ed il suo ex marito. Ecco perché - per inchiodare il presunto baby killer – i giudici pensano alla necessità di nuove prove. Forse da acquisire, anche d’ufficio, alla prossima udienza del processo. Udienza già fissata a fine marzo.   

 

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