“Ancora poche ore, poi domattina le ruspe saranno qui per abbattere la nostra casa”. Con la voce fioca e rotta dall’emozione, Aldo Avitabile racconta il momento e “la speranza legata al lumicino di una sentenza favorevole”.

A Pompei la situazione è tesa, il caso della famiglia Avitabile ha messo in agitazione altre centinaia di famiglie che hanno commesso abusi, nel corso degli anni, ed adesso rischiano la demolizione delle proprie abitazioni ed il pagamento dei lavori. Le prime polemiche sono iniziate solo qualche settimana fa nel consiglio comunale del 29 aprile, quando decine di persone interruppero i lavori dell’assise, intervenendo e manifestando il disagio per quanto stava accadendo.

Oggi si discute a Napoli della nostra demolizione – continua Avitabile, titolare dello stabile da abbattere dove vive sua figlia con il marito e tre bambini – Anche se gli umori al tribunale sono positivi, forse la sentenza potrebbe arrivare troppo tardi”. Spera in un giudizio positivo in serata perché, dice, “la ditta che si occuperà delle demolizioni ci ha fatto capire che non concederà alcuna ora di proroga. Abbiamo liberato il primo piano e con molta fatica stiamo svuotando anche il deposito al piano terra”.

Nonostante i proclami di molti politici, soprattutto dall’opposizione, e nonostante la richiesta di un consiglio monotematico sul caso avanzato proprio dagli esponenti di minoranza, “fino ad oggi  nessun esponente politico è passato a casa, neppure a rincuorarci. Da Palazzo De Fusco – ha concluso Avitabile – solo un silenzio assordante”.

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