Pompei, ritrovata una testuggine col suo uovo di 2000 anni fa
Gli scavi confermano sempre più un complesso ecosistema tra terremoto e eruzione
24-06-2022 | di Redazione
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I resti di una tartaruga di terra, con il suo fragile uovo custodito nel carapace, sono stati rinvenuti in una bottega di via dell’Abbondanza. Una preziosa testimonianza del vasto ecosistema di Pompei, composto di tracce naturali e non solo antropiche, e prezioso indizio archeologico dell’ultima fase di vita della città, dopo un violento terremoto nel 62 d.C. e prima della fatidica eruzione del 79 d.C.
L’inusuale ritrovamento ha avuto luogo, nell’ambito di una campagna di scavo e ricerca sulle terme Stabiane, condotta dalla Freie Universität Berlin e dall’Università di Napoli L’Orientale, con l’University of Oxford in collaborazione con il Parco archeologico di Pompei, volta a indagare lo sviluppo urbano del quartiere abitativo prima dell’impianto delle terme.
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In particolare, quest’anno nelle botteghe aperte sul lato sud-orientale delle terme lungo via dell’Abbondanza e vicolo del Lupanare sono emersi i resti di una sontuosa domus con raffinati mosaici e pitture parietali, risalente al I sec. a.C. e rasa al suolo dopo il terremoto che devastò Pompei e ampie parti della Campania nel 62 d.C.
Successivamente, l’area venne destinata all’ampliamento del complesso termale sull’incrocio tra via dell’Abbondanza e via Stabiana.
Non è il primo ritrovamento di testuggini a Pompei, ma solitamente esse sono state rinvenute all’interno di giardini o aree interne a ricche domus, come ad esempio la casa di Giulio Polibio.
L’esemplare di Testudo hermanni, una specie locale, femmina, si era probabilmente rifugiata nello spazio dismesso per trovare un luogo adatto alla deposizione del suo unico uovo. Le testuggini hanno una particolarità, la distocia, ovvero qualora non trovino un luogo idoneo, possono trattenere le uova andando incontro a problematiche spesso fatali. Preferiscono infatti morire, piuttosto che deporre le uova laddove l’ambiente non sia congeniale. L’ intrusione dell’animale non fu notata da chi si occupò della rifunzionalizzazione della bottega, e i suoi resti vennero ricoperti senza essere visti.
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