“Non bisogna rassegnarsi ma partecipare a un progetto che si rivolge a giovani, ai più deboli, agli imprenditori. Ho creduto di poter servire con onore la mia città, ma ho deciso di fare un passo in dietro perché la priorità è il progetto comune e il lavoro di squadra”.

Alberto Robetti ha spiegato così le ragioni del suo passo di lato in favore di Domenico Di Casola. L’avvocato sfiderà Carmine Lo Sapio alle prossime elezioni di Pompei mentre l’ingegnere ha scelto di sostenerlo in questa lotta dopo che i due (assieme ad Alfonso Conforti, ndr) sono stati in lizza per fare da punto di riferimento per il polo dei moderati.

All’indomani della presentazione della coalizione a sostegno di Domenico Di Casola, Alberto Robetti ha parlato ai cittadini delusi e rassegnati, nei confronti del futuro politico della città. “Posso capire che la vostra voglia di astensione sia il risultato di una classe politica priva di valori – ha spiegato Robetti - con capacità amministrative inesistenti, fatta di persone vuote e mosse solo dalla preoccupazione di perdere la poltrona, il potere. Combatterli è una perdita di tempo. Ciò che di più nobile si può fare è andare avanti per la propria strada senza mai venir meno ai propri valori, attirare persone che spontaneamente sentono il bisogno di creare il cambiamento e che si riconoscono nel tuo stesso percorso. Non bisogna astenersi ma essere parte attiva di un progetto più grande”.

Ecco spiegati allora i motivi che hanno portato alla decisione di farsi da parte e appoggiare la candidatura a sindaco di Domenico Di Casola: “Nei giorni scorsi ho sentito la responsabilità di mettermi in discussione per una candidatura da primo cittadino allorché un gruppo di persone mi ha chiesto di candidarmi alla carica di Sindaco della mia città. E quando gli stessi amici mi hanno chiesto di fare un passo indietro l’ho fatto perché la priorità è il progetto comune. Ho pensato a quali siano i principi che deve possedere un valido gruppo politico per ottenere risultati: una giusta distribuzione dei ruoli secondo capacità e competenze, la necessità di avviarsi a un lavoro di squadra e di tenere aperto il confronto. Tutto questo – ha concluso – sarà possibile solo con il lavoro di squadra, superando le divisioni e creando uno slancio per una crescita comune”.

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