Pompei. “Scandalo Terra santa”. Il pm della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, Rosa Annunziata, chiude l’inchiesta sulle presunte esumazioni illegali al cimitero della città mariana, anche per favorire la sepoltura di defunti vicino ad alcuni amministratori comunali. Sono in tutto 35, tra cui molti privati che potrebbero a breve chiarire la loro posizione, le persone alle quali oggi è stato notificato il classico avviso finale: tutte avranno adesso 20 giorni di tempo per presentare memorie, chiedere di rilasciare dichiarazioni od essere interrogati dal pm.

Facoltà concesse pure all’ex sindaco di Pompei, Claudio D’Alessio, che per l’accusa e in concorso, tra gli altri, “con l’ex presidente del Consiglio Comunale, Ciro Serrapica, abusando delle proprie qualità e strumentalizzando la posizione di preminenza derivante dal ruolo politico svolto nei confronti di Andrea Nunziata, dirigente dell’UTC e responsabile dei servizi cimiteriali…inducevano lo stesso ad adottare indebitamente l’ordine di servizio n. 43 del 05.09.2013”.

Ordine con il quale, secondo la Procura della repubblica, D’Alessio e Serrapica (ancora solo formalmente indagati), richiedevano espressamente di mantenere in servizio “…in carenza totale di motivazione, non avendo alcun compito da svolgere e dopo che era stata disposta la soppressione dell’ufficio comunale dislocato presso il cimitero…” Pasquale Cesarano e Carmine Casciano, rispettivamente ex dipendente comunale ed ex direttore del cimitero di Pompei, le cui posizioni hanno già subito un primo stralcio nel corso del procedimento.

Per il pm Claudio D'Alessio, in particolare, dopo un primo rifiuto avrebbe di nuovo invitato Nunziata (con una lettera datata 3 settembre 2013) a revocare il precedente ordine che imponeva proprio il “rientro presso la sede comunale di tutto il personale in forza al cimitero”.

Avviso di conclusione dell’inchiesta, partita dalle denunce di semplici cittadini per fatti accaduti tra il 2011 e l’inizio del 2014, anche per il consigliere comunale Attilio Malafronte, appena passato dai banchi dell’opposizione a quelli della traballante maggioranza, guidata oggi da Nando UIiano.

Tre degli indagati (Casciano, Cesarano e l’interratore Antonio Somma) avrebbero inoltre dato vita a un'associazione a delinquere finalizzata alla concussione per induzione, corruzione, falso in atto pubblico e al vilipendio di cadavere, con vendita di loculi a privati per somme tra i 2mila e i 3mila euro, e inducendo inoltre le vittime a “sottoscrivere, all’occorrenza, falsi contratti di concessione”.

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