Pompei. Favori e mazzette al cimitero: il Comune chiederà i danni al processo "Terra Santa". Il Comune di Pompei si costituirà parte civile nel giudizio in corso a carico dell’ex sindaco, Claudio D’Alessio, e di altre 30 persone.

Due imputati, oggi, durante l'udienza celebratasi dinanzi al gup del tribunale di Torre Annunziata, hanno scelto di difendersi con rito abbreviato, puntando sul probabile sconto della pena. Si tratta di Rosa Malafronte e dell'ex assessore Ciro Serrapica.

L'inchiesta è relativa a fatti accaduti tra il 2011 e l'inizio del 2014. A partire dall'agosto 2011, secondo i pm della Procura di Torre Annunziata, si sarebbero effettuate numerose operazioni di esumazione di defunti, senza attendere il decorso dei 10 anni previsti dalle norme di polizia mortuaria nazionali e comunali.

In particolare, tre addetti alla struttura cimiteriale e un "interratore" avrebbero dato vita a un'associazione a delinquere finalizzata al compimento delle esumazioni "contra legem", alla corruzione, al falso materiale e al vilipendio di cadavere, con vendita di numerosi loculi a privati cittadini, ricevendo somme di denaro oscillanti tra i 2mila e i 3mila euro.

Coinvolti, nell'indagine, oltre all'ex sindaco Claudio D'Alessio (che ha scelto la strada del rito ordinario), anche altri nomi noti della politica della città mariana, come il consigliere comunale Attilio Malafronte. E ancora: Francesco Mirante, amministratore Mir.Ca. che, all’epoca dei fatti, gestiva il cimitero. Visidore Salsano, Carmine Casciano e Pasquale Cesarano, rispettivamente direttore del cimitero e dipendente comunale nel periodo finito sotto osservazione, il biennio 2012-2013. Questi ultimi due hanno già patteggiato rispetto a circa venti singoli episodi di corruzione: Casciano tre anni e mezzo, Cesarano quattro anni e due mesi.

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