Educare le nuove generazioni alla legalità, sensibilizzandoli nella lotta alla criminalità. L’Istituto Nautico “Nino Bixio” di Piano di Sorrento ancora protagonista anche per ciò che concerne attività extracurriculari capaci di arricchire gli studenti promuovendo una formazione a 360 gradi e sensibilizzandoli a temi importanti e sempre attuali come ad esempio l’educazione alla legalità e la lotta alla criminalità organizzata. A tal proposito gli alunni della classe seconda D accompagnati dalle professoresse Franca Cannavale ed Irene Caro hanno partecipato all’inaugurazione della mostra fotografica intitolata 'Sub Tutela Dei' dedicata al giudice beato Rosario Livatino, presso il museo temporaneo d'impresa di Pompei.

All’inaugurazione erano presenti il sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio, l’arcivescovo di Pompei monsignor Tommaso Caputo, il magistrato Domenico Airoma vice presidente del centro studi 'Rosario Livatino' e procuratore della Repubblica di Avellino, la referente del presidio di “Libera” di Pompei Camilla Palmieri, la preside del liceo “E. Pascal” di Pompei Filomena Zamboli ed alcuni studenti del liceo scientifico di Pompei e di Angri. A moderare l’incontro è stato don Ivan Licinio.

Monsignor Caputo, grazie al quale è stato possibile avere la reliquia del giudice, ha evidenziato che la mostra è stata dedicata a Rosario Livatino in quanto giovane capace di parlare ai giovani d’oggi, uomo di fede, operatore di giustizia e di pace, autentico annunciatore del vangelo che non a caso in ogni suo documento scriveva std “sub tutela dei”, ovvero “sotto la protezione di Dio”. Ha poi aggiunto che più che un maestro è stato un testimone autentico, qualità quanto mai fondamentale nella società moderna che ascolta i maestri solo quando sono veri e credibili.

Nel suo intervento invece, Camilla Palmieri ha sottolineato come il giudice Livatino fosse già all’avanguardia perché ad esempio è stato il primo ad applicare la legge che prevede la confisca dei beni per coloro che sono condannati per associazione mafiosa, e che non bisogna semplicemente ricordarlo ma “fare memoria” della sua vita, della sua opera e del suo martirio perché da questo si può trarre qualcosa di bello

Nel dare la sua testimonianza poi, Il procuratore della Repubblica di Domenico Airoma, ha raccontato di aver avuto la fortuna di conoscere due figure importanti e molto note della lotta alla mafia quali Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ma che la sua attenzione è stata attirata dal Rosario Livatino proprio perché trascurato dai giornali e dai mass media.  Approfondendo la sua vita ed il suo operato ha avuto modo di constatare che questi non era una persona che recitava una parte, un ruolo, ma che invece era un uomo credibile e coerente, capace di vivere con serietà la sua vocazione che nel suo caso non era prettamente quella religiosa.  Segnatamente era perfettamente consapevole del fatto che stava andando incontro al martirio ed avrebbe potuto evitarlo, ma sempre illuminato da una luce superiore, quella divina, aveva capito che quella era la sua strada e che doveva percorrerla fino in fondo. Il suo miracolo più grande sono stati gli effetti straordinari che si sono visti dopo la sua morte, non a caso nei vari incontri a lui dedicati in tutta Italia, l’affluenza è sempre altissima anche da parte dei giovani,  nonostante siano passati  oltre 30 anni dalla sua morte.

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