Crisi d’ansia, autolesionismo e depressione sempre più giovani hanno bisogno di aiuto tra i 10 e i 24 anni. A loro è dedicato un incontro di esperti a Pompei. È dedicato alla psichiatra Barbara Capovani, aggredita e brutalmente uccisa a Pisa da un ex paziente il 21 aprile 2023, il convegno promosso dalla ASSIMEFAC – Associazione Società Scientifica Interdisciplinare e di Medicina di Famiglia e di Comunità - che si terrà a Pompei, sabato 20 maggio.
L’iniziativa vede la psicologa clinica Annamaria Ascione come responsabile scientifica insieme alla psichiatra Vincenza Alfano e ai medici Pasquale Contaldi e Pierluigi Coppola mentre Ester Rascato ha disegnato la suggestiva immagine della locandina.

Il programma prevede la partecipazione di nomi di caratura internazionale sia in ambito psicologico che psichiatrico: un momento di riflessione sul nuovo assetto culturale che i professionisti della Salute Mentale devono assumere e da cui far nascere nuovi stili organizzativi tesi ad un approccio integrato e coordinato tra i vari professionisti e la società.
Il delitto della povera dottoressa ha scosso fortemente non solo le coscienze ma anche l’opinione pubblica.
L’obiettivo dell’incontro è quello di sensibilizzare sul tema della violenza nei luoghi di lavoro della sanità, con un focus sulla salute mentale dei
ragazzi messa a dura prova nel periodo della pandemia e che oggi ne pagano le conseguenze.

C’è bisogno più che mai di sostenere i più giovani in un questo momento così complicato della loro vita: crisi d’ansia, autolesionismo e depressione iniziano purtroppo fin dalla tenera età e sono tanti i ragazzi che decidono addirittura di isolarsi dalla società.
L'O.M.S. in una sua ricerca, ha evidenziato che tra le prime dieci cause di disabilità tra i 10 e i 24 anni ben otto sono di natura psichiatrica o comportamentale. Per questi motivi l'intervento precoce nei disturbi psichiatrici è ormai da anni un elemento fondamentale di tutti i clinici che devono confrontarsi tutti i giorni con un sintomo o codificare le domande di aiuto che vengono dal cosiddetto territorio.


Quale deve essere la risposta a queste domande in una società odierna sempre più complessa? Come intercettare le varie forme di disagio? Con quali strumenti? Con quale approccio culturale e professionale ci si deve proporre al bisogno di cura degli adolescenti o dei giovani adulti? Le domande sono tante e tutte fondamentali ed è necessario pensare a nuovi modelli organizzativi che abbiano la polarizzazione sulle cosiddette nuove utenze e su interventi precoci.
Tale necessità è confermata dai dati epidemiologici e dai mutamenti sociali. Da coinvolgere necessariamente la famiglia, la scuola e i servizi sociali.

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