Pompei. Sicurezza e tutela dei lavoratori degli scavi: altra fumata nera
La protesta dei sindacati continua ma la prefettura invita tutti alla collaborazione
05-08-2024 | di Redazione
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No all’internalizzazione del servizio di bigliettazione, infopoint e comunicazione, ma più tutela sulle condizioni di sicurezza dei lavoratori degli scavi di Pompei.
Segnali di schiarita al tavolo di conciliazione convocato sull’istanza del sindacato Cobas per il personale impiegato dall’Opera lavoratori fiorentini impegnati al parco archeologico della città del Santuario.
All’incontro, presieduto dal Funzionario amministrativo Maria Isabella Vitali, sono intervenuti: per il Parco Archeologico di Pompei, il Dr. Salvatore Zaza; per l’Opera laboratori fiorentini, Antonio Senatore, Stefano Mineccia e Federica Aglietti; per Cobas, Luigi Napoletano e Domenico Teramo.
La prefettura ha ha invitato le parti ad adottare ogni opportuna iniziativa volta a ristabilire, nell’ambito delle relazioni sindacali, un percorso quanto più ampiamente condiviso che consenta di riavviare il confronto in un clima costruttivo volto al perseguimento di una reale soluzione delle problematiche in essere.
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I sindacati hanno riferito che, alla base dello stato di agitazione, vi è, in primo luogo, il mancato rispetto, da parte dell’azienda, delle previsioni inerenti alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, ed ha evidenziato, al riguardo, l’assenza di locali adibiti a mensa, la mancanza di spogliatoi e la presenza di muffe in alcuni locali in cui è svolto il lavoro. I sindacati hanno anche contestato la scelta di esternalizzare i servizi in questione e la scelta di applicare un contratto collettivo (commercio) diverso da quello (servizi museali) più coerente con le mansioni eseguite.
Dal canto suo, il Parco Archeologico ha respinto l’ipotesi di internalizzazione e una diversa tipologia di contratto. Ha però affermato il massimo impegno nella tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, sottolineando di aver messo in campo iniziative ad hoc per far fronte alle criticità rappresentate dai lavoratori.
Una risposta che non ha soddisfatto i sindacati che hanno annunciato il proseguimento dello stato di agitazione.
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