Una città invasa da un’orda non ben definita di visitatori degli scavi. Il traffico che ha paralizzato l’unica arteria che la divide in due, proprio al di sotto del parco archeologico. Si è svegliata così Pompei, ‘forte’, si fa per dire, di circa 20mila ingressi nel museo all’aperto più visitato al mondo, almeno stando alle prime stime. A nulla è valso lo stop di due ore, dalle 12,30 alle 14,30, ai tornelli.

Scene di ordinaria scampagnata pasquale. Non solo a Pompei, è indubbio, ma, quello che si è verificato nella meta più gettonata della Campania, fa tornare alla mente le stesse scene di un anno fa. I prati ed i marciapiedi che hanno visto camminare i romani 2mila anni fa, oggi hanno sopportato il peso di persone che bivaccavano ovunque come se fossero ad Hyde Park. Tovaglie stese come nei migliori pic-nic all’americana. Gente stanca appoggiata alla Storia (le domus di Pompei) manco fossero ferme sotto l’ombra di una sequoia o di una quercia.

Gruppi di stranieri che, nel viaggio pagato ed organizzato da mesi, si sono visti negare una visita rilassante, assaliti da ogni genere di turista della domenica. Insomma, il pensiero diffuso che la pausa per gli ingressi non sia la soluzione migliore.

foto Alessio Barco

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