Pompei, Uliano annuncia: “Ho revocato la società che gestisce il parcheggio”
Dalla maggioranza le ‘ragioni’ di Malafronte. Duro scontro in consiglio comunale tra il sindaco e i ‘dissidenti’, passati all’opposizione
30-09-2015 | di Raffaele Perrotta
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“Non accetto ricatti da nessuno. Andrò in tutte le sedi a denunciare quanto sta accadendo, partendo proprio dalle ultime parole pronunciate in questa assise”. Un intervento duro e dai toni alti quello del sindaco di Pompei, Nando Uliano, che rispedisce al mittente le accuse dell’opposizione.
“Mi hanno chiesto l’azzeramento della giunta, di mandare a casa Marra, eletto dal popolo. Gli ho risposto che solo il popolo decide chi mandare a casa”, ha continuato il primo cittadino annunciando, poi: “Ieri ho revocato la società che gestiva il parcheggio. Dopo il cimitero è un altro tassello che stiamo mettendo a posto”.
I ‘DISSIDENTI’. “A seguito delle ultime vicende politiche ed amministrative abbiamo scelto di passare all’opposizione”. Luigi Ametrano, Carmine Cirillo e Stefano De Martino, all’inizio della pubblica assise, hanno ufficializzato la loro decisione passando anche fisicamente tra gli scranni riservati alla minoranza.
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“La mancanza di un esecutivo stabile, in questi 15 mesi, ha rallentato qualsiasi attività programmatica. A questo si aggiunge la mancanza di prospettiva”. Così hanno motivato i consiglieri che sono andati ad aggiungersi ai 5 dell’opposizione.
LE ‘RAGIONI’ DI MALAFRONTE. “Una scelta ponderata e meditata, formulata esclusivamente nell’interesse della città di Pompei che, dopo poco più di un anno, non può permettersi un commissariamento ed il ritorno alle urne”. Per molte persone del pubblico è stato il messaggio più atteso. Attilio Malafronte ha preso la parola subito dopo la lettura del documento dei tre dissidenti, quando, però, l’opposizione aveva già abbandonato l’aula. Oltre le parole di rito che sono trapelate nei giorni scorsi, si è scagliato contro Lo Sapio, sebbene non ha pronunciato mai il suo nome. “Da che pulpito viene la predica – ha attaccato Malafronte – Alza la voce proprio lui che è stato condannato a 2 anni e 4 mesi, con interdizione dei pubblici uffici e, nonostante questo, mi risulta che passa ancora a Palazzo De Fusco. La mia vicenda giudiziaria, invece, non è ancora conclusa”.
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