Un girasole, il suo fiore preferito, per ricordarla e tenere vivo il suo ricordo. Pompei ha ricordato così Grazia, la giovane scomparsa il 29 aprile scorso.

Il Forum dei Giovani di Pompei insieme al nuovo spazio polifunzionale C’entro, si sono riuniti in Piazza Schettini, per un momento di raccoglimento. Già nel giorno di inaugurazione del polo, avvenuto poco dopo la scomparsa di Grazia, in suo ricordo fu piantato un ulivo. Ora il nuovo evento, per ricordare una giovane ragazza andata via troppo presto da questa vita.

“Troppo spesso nascondiamo le nostre debolezze e ignoriamo quelle degli altri, perché soggiogati da un mondo che ci vuole forti e impeccabili. Lei rappresentava appieno questa fragilità. Nessuno di noi è colpevole, ma siamo tutti responsabili e imparare capire di tendere la mano a chi ha bisogno di aiuto”. Sono le parole struggenti di un compagno di classe di Grazia, che ancora non si dà pace per la sua scomparsa.

“È sempre più difficile mostrarci per ciò che siamo realmente – ha continuato -. Temiamo di apparire deboli o troppo diversi, così ci chiudiamo in noi stessi, creando una corazza che con il tempo diventa sempre più difficile da rimuovere, specialmente senza l'aiuto di chi potrebbe permetterci di aprire il nostro animo. Tutti ricordiamo Grazia come una persona gentile e sempre attenta agli altri, di una rara delicatezza e dal sorriso contagioso. Eppure, celava un lato di sé che difficilmente mostrava agli altri, soffrendo in silenzio affrontava le proprie debolezze. Nessuno è riuscito ad aiutarla, a comprenderla, a convincerla di non essere sola in questa battaglia. Questa tragedia deve aprirci gli occhi, bisogna cambiare attitudine affinché non perdiamo altre persone a noi care. Dobbiamo osservarci l'un l'altro: la solitudine deve essere notata e combattuta con l'affetto e il confronto. Dobbiamo fermarci ogni giorno ad ascoltare il silenzioso grido di chi non riesce ad esternare le proprie incertezze, i propri dolori”.

Di qui la richiesta di un percorso di iniziative volte all’ascolto dei giovani, che verranno organizzate dal “Liceo E. Pascal”, dal “Forum dei Giovani” e il “C'entro”, in modo che tutti abbiano la possibilità di cercare aiuto senza alcuna difficoltà o timore. “Tutti dobbiamo imparare a riconoscere le nostre fragilità e mostrarci a chi vuole tenderci una mano – ha concluso il ragazzo -. Tutti dobbiamo impegnarci a cogliere le debolezze degli altri e diventare noi stessi la mano da tendere a coloro che hanno bisogno di aiuto”.

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