Il comando dei vigili urbani di Pompei chiude dopo le 14.00. Mancano i fondi per garantire una copertura h24 del servizio di sicurezza in strada a cura dei “caschi bianchi”.

In questi giorni è divampata la protesta tra i cittadini i quali, anche a mezzo social, ne hanno approfittato per immortalare le saracinesche del comando chiuse, denunciando lo “stato di abbandono in cui versa la città” si legge in uno dei tanti post pubblicati su Facebook.

Al momento non  si hanno certezze sulla possibile riapertura pomeridiana degli uffici ma il sindaco Pietro Amitrano è corso subito ai ripari, difendendosi dietro una “situazione ereditata dal passato”, in cui però lo stesso sindaco, nelle precedenti consiliature, ha rivestito la carica di assessore al bilancio e revisore dei conti.

Sul piede di guerra i sindacati: “È solo responsabilità datoriale perché manca la programmazione che è ascritta esclusivamente al Sindaco non al Sindacato”, ha tuonato Lorenzo Medici, segretario generale CISL-FP della Regione Campania. “Non è concepibile – ha continuato - che in una città come Pompei non ci siano soldi per pagare le turnazioni straordinarie ai vigili urbani.  Il sindaco non può addossare al Sindacato la mancata programmazione che è ascritta esclusivamente a lui, né tantomeno pretendere prestazioni gratuite.  Tra l’altro la CISL ha proposto una soluzione intelligente utilizzando i fondi della Legge 208 ‘Codice della Strada’, così come prevede la norma. Quindi non ci sono alibi per il Sindaco, tra l’altro per lui, in riscontro alla sua esperienza amministrativa al Comune di Pompei, non è possibile declinare ad altri la vera responsabilità che va ascritta solo a lui”.

Ma c’è dell’altro. I sindacati imputano al primo cittadino mariano un eccessivo lassismo, viste anche le numerose richieste di incontri avanzate dal 26 giugno scorso: “Ricordo al sindaco – ha proseguito Lorenzo Medici - che i vigili urbani non possono essere trascurati perché sono il biglietto da visita che la città offre ad un pubblico internazionale. La nostra preoccupazione, in particolare è che il mancato controllo del territorio, nei pomeriggi, in particolare di tutta l’area degli scavi di Pompei, potrebbe diventare, di fatto, terra di tutti e di nessuno, rischiando così di trasformarsi in un ‘Far West’. Di una cosa siamo certi – ha concluso - che una città come Pompei, con la sua complessità e visibilità internazionale, meriterebbe amministratori più attenti e meno superficiali”.


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