Pompei. Vincono i cittadini, nessuna antenna 5G a Via Crapolla
Il sindaco Carmine Lo Sapio blocca l’iter per l’installazione: manca il parere dell’Arpac - LA DECISIONE
14-10-2020 | di Redazione
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Nessuna antenna 5G a via Crapolla, vincono i cittadini di Pompei.
Il sindaco Carmine Lo Sapio ha bloccato l’iter per l’installazione dell’antenna. Commissione sospesa e incontro con il comitato sono le novità sul fronte della battaglia contro l'installazione in via Crapolla della stazione radio base chiesta dalla società di telefonia Iliad.
Due i motivi alla base della decisione. Il primo è direttamente collegato alla protesta avviata dai residenti della zona interessata con conseguenti problemi di ordine pubblico. Il secondo è di natura tecnica. Al fascicolo che sarebbe dovuto arrivare in commissione oggi stesso, manca, infatti, il parere preventivo dell’Arpac, così come previsto dalla normativa. Forti le perplessità del primo cittadino, Carmine Lo Sapio, che ha effettuato un sopralluogo sul sito di via Crapolla e incontrato direttamente il comitato di protesta raccogliendone le istanze.
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“Non appena sono venuto a conoscenza della problematica – ha affermato il sindaco Lo Sapio nel corso dell'incontro svoltosi martedì sera – mi sono fatto consegnare l'intero incartamento per capire nello specifico i termini della questione. Si tratta, innanzitutto, di una richiesta arrivata al Comune lo scorso luglio e in merito alla quale sono già stati espressi dei pareri, a seguito dei quali, era già stata convocata anche la commissione paesaggio che è competente in materia”.
La riunione si sarebbe dovuta tenere mercoledì mattina (oggi, ndr), poi bloccata e rinviata a data da destinarsi. Non si tratterebbe di un ripetitore di segnale o una semplice antenna, ma una vera e propria “stazione radio base” che ha, quindi, dimensioni considerevoli e che si trova, secondo il sindaco, ad una distanza molto ravvicinata rispetto alle abitazioni.
Un particolare non di poco conto che desta legittimi malcontenti nella popolazione che ha dato vita ad un movimento di protesta molto articolato. “Ecco perché ho sospeso la commissione. Nel corso delle verifiche che abbiamo avviato, abbiamo infatti scoperto che per tali installazioni è necessario acquisire un parere preventivo da parte dell’Arpac. Abbiamo quindi immediatamente avviato tutte le procedure del caso e per ora la situazione è congelata. Per onestà intellettuale – ha concluso il primo cittadino – mi preme sottolineare che la questione però non può dirsi conclusa. Anche qualora il Comune negasse l'autorizzazione all'installazione, la società richiedente potrebbe comunque fare ricorso al Tar, avviando un altro tipo di procedura che non sappiamo a cosa porterà. Da parte nostra, faremo tutto il possibile per tutelare la salute dei cittadini, ma la partita è ancora aperta”.
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