Luigi Di Maio, ospite dell'ultima serata della 5^ edizione della Feste delle Stelle, ha incontrato, ieri sera, un gruppo di docenti costretti a fare i conti con le conseguenze della riforma di Renzi sulla scuola italiana.

“La combattiamo da quando era un disegno di legge - spiega Di Maio, Vicepresidente della Camera dei Deputati - tutto quello che sta accadendo ora era già nei nostri discorsi quando siamo intervenuti in aula per fermare la legge quando la stavano votando. Noi non siamo dei premonitori, siamo semplicemente delle persone che leggono i testi di legge e riflettono sulle possibili conseguenze. Si deve ritornare a parlare del problema docenti, scomparso ora dal radar dell'informazione; hanno tralasciato il problema perché sono la testimonianza concreta di come si fanno le leggi qui in Italia.  Questa norma non è stata fatta con l'obiettivo di migliorare la scuola italiana, scopriremo solo più avanti quali sono gli interessi in gioco in una riforma del genere. E' certo che stiamo distruggendo la scuola pubblica. L'impegno che possiamo prenderci è quello di dare ai docenti più voce possibile anche in questa campagna referendaria”.

A causa del maltempo la serata programmata al molo Granatello è stata spostata al coperto nell'ex teatro Capitol che ha ospitato anche un concerto di musica napoletana e lo spettacolo del cabarettista Antonio Riscetti. Gli ultimi interventi sono stati dedicati poi al referendum costituzionale al quale tutta l'Italia sarà chiamata a votare probabilmente del mese di dicembre.

“I signori che hanno ridotto così gli insegnanti - dichiara Di Maio - sono gli stessi  che ora stanno lavorando su ben 47 articoli della Costituzione. Se andate in strada e chiedete ai cittadini, nessuno vi risponderà che dobbiamo modificare la costituzione, perché in verità di questa riforma costituzionale non si sentiva l'esigenza. Ed è per questo che è pericolosa: modifica la costituzione in un momento in cui gli italiani stanno chiedendo tutt'altro. Per questo voteremo no. Siamo costretti a portare avanti questa forte campagna per il no ma non ci dimenticheremo dei temi seri come il problema dei docenti italiani. Speriamo che tra due anni – ha concluso - ci saranno le elezioni amministrative, mandiamo a casa questo buffone, più danni fa, più lavoro abbiamo noi”.

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