Portici, fiabe e storie del 1600 nel libro su cibi e vini da favola della Piancastelli
Alla presentazione l'ex sindaco Bossa e il presidente del Mav Gigi Vicinanza
31-03-2022 | di Claudio Di Giorgio
VERSIONE ACCESSIBILE DELL'ARTICOLO
Sono infinite le storie del 1600 che provengono dagli scritti in lingua napoletana e dalle idee degli autori del tempo , come quella delle 50 fiabe contenute nell’opera di Giambattista Basile “ Cunto de li Cunti “, scritto nel 1634 fiore all’occhiello della letteratura napoletana. Esso diviene spunto per il libro scritto dalla giornalista, appassionata viticultrice, Manuela Piancastelli presentato al pubblico nella sede di Libera Portici in via Diaz con il titolo “Napoli, Zuccaro e Cannella cibi e vini da favola nel Cunto de li Cunti “.
Ne hanno parlato con l’autrice l’ex sindaco di Ercolano Luisa Bossa, Luigi Vicinanza presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cives-Mav di Ercolano, Franco Sulignano e Leandro Limoccia Presidente di Libera Portici.
Portici, picchia la compagna perché non vuole convertirsi all'islam: scatta l'arresto
In manette 29enne, vittima colpita con calci e pugni
Un libro, quello di Piancastelli, ricco di riferimenti storici e culturali che si intreccia con l’opera di Giambattista Basile l’affascinante raccolta di favole più antica e più artistica fra tutte quelle scritte in Italia e che rappresenta una delle prime raccolte testimone delle grandi possibilità espressive del dialetto napoletano.
La Piancastelli con la sua ricerca dà una nuova lettura un po intrigante dell’opera di Basile facendo una analisi in chiave di storia dell’alimentazione , cercando all’interno del libro di Basile tutti i riferimenti ai singoli cibi e al vino che le permettessero di contestualizzare quei cibi nello specifico quadro storico . Una specie di affresco di quelle che erano le abitudini alimentari della Napoli del 600. Il libro diventa, attraverso l’esame dei cibi, dei ricettari del tempo, del tipo di cucina, anche un ritratto della Napoli gastronomica spagnola del 600 e conseguentemente anche la ricostruzione della storia sociale attraverso l’alimentazione indicata nel “Cunto” laddove Basile utilizza i cibi anche come simbolo di altro, tra cui le passioni, l’erotismo, il comportamento degli esseri umani che passa attraverso l’uso di alcuni cibi , nonché come simbolo dello scambio tra culture, gusti, ricette, usi alimentari, tradizioni che hanno reso unica la cucina napoletana.
Insomma un libro molto ricco sotto molti profili , pieno si spunti . Un lavoro quello della Piancastelli molto utile anche ad altri che volessero continuare ricerche e a cui vengono fornite utili chiavi di lettura.
Puoi ricevere le notizie de loStrillone.tv direttamente su Whats App. Memorizza il numero 334.919.32.78 e inviaci il messaggio "OK Notizie"