Portici, i docenti a Villa Fernandez protestano contro la 'Buona Scuola'
Patrizia Perrone: "Non devono esistere istituti di serie A e di serie B"
24-09-2015 | di Claudio Di Giorgio
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Lumini rossi accesi a Villa Fernandez dai docenti del territorio a conclusione dell’assemblea pubblica denominata “Notte bianca della scuola” organizzata in contemporanea in cento città italiane. Si è inteso manifestare, ancora una volta, contro la legge 107 su “ La Buona Scuola” il 9 luglio ma essere anche propositivi perché secondo i convenuti il Presidente Renzi avrebbe attuato la riforma andando meno in profondità di quanto avrebbe dovuto. Dopo l’approvazione della legge, molti docenti hanno annunciano proteste per le tante luci e ombre che presenta . “ Intendiamo riproporre una riformulazione della legge , riattualizzandola attraverso la LIP Scuola (legge di iniziativa popolare) dalla quale Renzi ha solo copiato il nome e che si chiamava La scuola Buona”, fa sapere Patrizia Perrone Vice Presidente Nazionale della Associazione Illuminitalia, unica napoletana del direttivo. Gli organizzatori intendono portare a Napoli il 12 e 13 dicembre il Comitato LIP nazionale, per far si che il Sud sia presente in maniera evidente in questa battaglia. “Non vogliamo scuole di serie A e di serie B e tra poco anche di serie C – prosegue Perrone – vogliamo una scuola più democratica e quindi che la legge sia scritta da persone che conoscono la scuola e non da politici che non hanno nemmeno ascoltato il mondo della scuola ”.
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Il comitato intende anche far capire alla gente che è falso che non si vuole questa legge per non essere valutati. “Vogliamo dare il massimo ai nostri alunni – afferma la Perrone - ma non vogliamo trasformare i nostri ragazzi in forza lavoro per Confindustria che è quello che questa riforma ci porta a fare” . Illuminitalia ha curato i flash mob con i lumini rossi in tutta Italia dal 23 aprile a luglio portando gli aderenti in piazza. Sulle loro lavagne e magliette è scritto che la scuola è patrimonio nazionale da difendere e porta avanti una battaglia senza slogan gridati e senza bandiere con proteste “di stile” consone al proprio ruolo di docenti. “Vediamo un parallelo – conclude Perrone - tra l’arte, le bellezze dell’Italia e la scuola statale che fino a qualche anno fa era un fiore all’occhiello della nostra cultura mentre oggi tutto questo è in pericolo a causa dei continui tagli mascherati da riforma”.
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