La Comunità Francescana della Chiesa Convento di S. Antonio di Padova a Portici diretta dal Superiore Padre Claudio Joris ha ospitato ieri mattina il Ministro dei Beni Culturali Gennaro Sangiuliano per una visita a conclusione dei lavori di restauro conservativo e riqualificazione durati oltre 9 mesi. 

L’ultimo grave danno che aveva creato apprensione si era verificato nell’antica Chiesa parte integrante del complesso nel  2017  quando è collassata  una ampia placca di intonaco dalla volta  affrescata con un’opera del pittore  Angelo Mozzillo nel 1793.

Quello compito è stato un investimento di 1 miliardo e 300 mila euro di finanziamento pubblico e 300 mila euro a carico della Curia  in sinergia  tra le istituzioni e che ha riportato all’antico splendore  tutto il complesso monumentale  il cui impianto originale risale  al 1213. I lavori effettuati sono consistiti nel restauro della Chiesa e del tetto, il chiostro inferiore e superiore, alcune sale in cui si trovano pregiati affreschi, il camminamento e il rinnovo di alcuni locali, inoltre risultano già finanziati lavori alle facciate esterne e interne e alle cupole che dovrebbero iniziare in autunno.          

L’ intervento complessivo è risultato molto impegnativo e ha richiesto particolari  studi tecnici applicati al restauro delle varie parti e  anche in corso d’opera come per l’intervento sulla struttura lignea di sostegno dell’affresco collassato nel 2017, col distacco di parte della cupoletta della volta, così come hanno spiegato i tecnici della Sovrintendenza. Il complesso che è di valore inestimabile conserva paramenti sacri dai tessuti preziosi  risalenti al XVI secolo,  un’esposizione  di volumi del 1500 di enorme valore nella ricchissima biblioteca, nonché una galleria di dipinti dal 500 all’800  e tanti gioielli d’epoca. Vengono attribuiti a questo luogo anche due miracoli verificatisi per intercessione di San Francesco nel 1400 e nel 1600 .

Il complesso sorge accanto alla Reggia di Portici e fa parte  con altri famosi edifici e ville settecentesche del patrimonio del cosiddetto “miglio d’oro” al centro di un’area di alto interesse  storico, religioso e archeologico. L’incontro si è concluso con una visita al convento

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