Un risveglio decisamente amaro per il sindaco Nicola Marrone, a 24 ore dalla bufera che lo ha travolto, il capo dell'esecutivo si ritrova a fronteggiare gli affondi provenienti dal fronte dell'opposizione. Primo a schierarsi contro il primo cittadino è stato il Partito democratico, che da tempo attendeva un 'passo falso'.

“Ci sarà un processo e ci atterremo a quelle decisioni. La valutazione in questo caso è un'altra”. È il commento del Segretario del PD di Portici, Amedeo Cortese, sul caso Marrone. Per il sindaco è stata richiesta l'imputazione coatta da parte del Gip per abuso d'ufficio e ciò ha contribuito all'aumento delle già innumerevoli polemiche sull'operato dell'amministrazione.
“Ricordo – continua Cortese – che 5 anni fa, Marrone quando era assessore pretendeva le dimissioni di un collega per un avviso di garanzia affermando che bastasse il solo sospetto per allontanare un amministratore dalle cariche pubbliche. Oggi per lui c'è addirittura una imputazione coatta, ben oltre l'avviso di garanzia. Vedremo se sarà altrettanto rigido e severo con se stesso oppure se, nel nome della poltrona, avrà cambiato idea”.

Dura anche la reazione del leader e diretto antagonista di Marrone, Giovanni Iacone: "L'imputazione coatta disposta per Marrone per abuso di ufficio è la  grave imputazione alla arroganza del potere. Appena insediato Marrone , per spartirsi i posti come denunciato dal sottoscritto in consiglio comunale e con interrogazione, defenestrava l'organo di garanzia nucleo di valutazione per sostituirlo illegittimamente. La giustizia amministrativa già ha condannato il comune per questa vicenda - rposegue - con grave danno economico. Ora è intervenuta la magistratura penale. 

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L'imputazione