L’Associazione Libera Portici ha ricordato Don Antonio Riboldi, il Vescovo anticamorra di Acerra. Lo ha fatto nella sede di Libera in Villa Fernandez, bene confiscato alla camorra, ospitando la presentazione del libro di Pietro Petrone caporedattore de Il Mattino dal titolo “Don  Antonio Riboldi, vescovo dal 1978. Il coraggio Tradito”.

Un libro che giunge nell’anniversario dei 100 anni dalla nascita (1923). Alla presentazione  del libro  giovani studenti  delle scuole secondarie del territorio , associazioni ,  giornalisti , e  protagonisti di ieri e di oggi  del movimento anticamorra  a parlare di anticamorra  e di libertà  proprio in Villa Fernandez ,  un bene  confiscato alla camorra oggi vera e propria officina  della partecipazione e della creatività,  con un  dibattito ricco e interessante con un parterre di alto livello.

Con il Presidente di Libera Portici Leandro Limoccia, Pietro Perilli l’autore del libro, Tommaso Esposito, Gianfranco Nappi, Ilaria Perrelli, Nilla Romano tutti  grandi coadiutori dei movimenti contro la camorra e molti  appartenenti allo storico movimento Studentesco contro la camorra. 

Emerge dal libro un Don Riboldi  sacerdote , ricco di coraggio , quello vero  che conduce anche al rischio  della vita  dedicata   alla cura dell’uomo e della società  in cui viveva , provando a fare tutto quanto possibile  per portare nella vita delle persone le modalità che le rendono  libere , aiutando i  poveri, i deboli e coloro che lui definiva  i ‘senza tutto’  ad alzare la testa.  La sua notevole personalità  ha insegnato a più generazioni ad avere coraggio  e che la camorra può essere combattuta e sconfitta.

“Un libro che racconta una bella storia - spiega Perone -. Una storia che è stata dimenticata, quella di una folle  sfida alla camorra  negli anni   80 in cui la camorra uccideva  più di oggi, quando appunto nel 1982 ci furono le prime manifestazioni, come  la prima assemblea nell’Istituto Diaz il Liceo Classico di Ottaviano, una marcia da  Somma a Ottaviano dopo che si contarono in provincia di Napoli 284 morti. Una sfida alla camorra  non facile , neanche oggi,  ma quando all’epoca le strade erano insanguinate più di oggi”.

Il libro inizia proprio  con il 1982   l’anno della faida tra la Nuova Camorra di Cutolo e la Nuova Famiglia e Don Riboldi , Vescovo di Acerra,  marcia  con migliaia  di cittadini soprattutto giovani  per manifestare  coraggiosamente  contro la camorra e il suo potere. Al centro del libro  dunque c’è  un   Vescovo , un uomo di Chiesa  che secondo l’autore  con il suo impegno civile  e per la legalità  comincia finalmente a coinvolgere in maniera  più vincolante  anche la Chiesa rimasta fino a quel momento piuttosto silente .                   Perone  non parla degli eventi  da semplice cronista  ma da vero e proprio testimone che ha vissuto quegli anni  e lo fa attraverso testimonianze di prima mano che  mostrano quanto fosse  forte la   sfida allo Stato e alle sue leggi  e quanto alternativa fosse la  giustizia della camorra a quella dello Stato . La voce di Don Riboldi fu pure sentita in Parlamento in polemica con i politici, e fu tra i giovani , la gente comune  e  i camorristi  criminali  a diffondere  speranza con la parola e il Vangelo.

Un impegno cattolico  e civile  quello  del prete  anticamorra  svolto con grande sacrificio  ma   il sottotitolo del libro  “il coraggio tradito”  pone un dubbio e  una domanda chiarificatrice .  La lotta di Don Riboldi fu efficace ?    Non del tutto,  spiega  l’autore del libro,  ma servì ad avviare una presa di coscienza indispensabile nei processi contro la camorra  che tuttavia restò in parte inascoltata  perché la riforma per un vivere civile che cercava per Napoli , la Campania  e il Mezzogiorno non si è ancora realizzata.

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