Portici. La vendetta del boss nel libro di Antonio Mattone
Alla Reggia l’opera che ricorda Giuseppe Salvia, vice direttore di Poggioreale, fatto uccidere da Cutolo
06-11-2021 | di Claudio Di Giorgio
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Antonio Mattone è l’autore del libro “La vendetta del boss. L’omicidio di Giuseppe Salvia” . Ma chi era Giuseppe Salvia e perché gli viene dedicato il libro?
Se ne è parlato al convegno tenutosi nella sala del Galoppatoio Reale nella Reggia di Portici con gli interventi di Antonio Mattone portavoce della Comunità di Sant'Egidio autore del libro , Vincenzo Cuomo Sindaco di Portici, Nunzio Fragliasso Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata , Emilio Parrella Cardiologo, già medico del Carcere di Poggioreale.
Antonio Mattone appassiona i lettori con la ricostruzione di un periodo importante della storia di Giuseppe Salvia, di questo uomo che fu vice direttore del carcere di Poggioreale. Un uomo che è stato insignito nel 2013 della medaglia d'oro al valore civile e che lascia ai posteri una profonda traccia di senso del dovere e di coraggio come uomo delle istituzioni .
Salvia aveva deciso con entusiasmo di intraprendere la carriera nell’amministrazione penitenziaria pur consapevole che la strada sarebbe stata difficile specialmente quando questa portava dritto a un istituto penitenziario dei più pericolosi , La Casa Circondariale di Poggioreale. Nel libro si racconta la difficile situazione del carcere di Poggioreale tra gli anni settanta e ottanta quando Raffaele Cutolo il boss indiscusso della NCO guidava la spietata guerra tra i clan per il predominio camorristico dei territori, e il rapimento di Ciro Cirillo che sconvolse la vita politica italiana . In questo oscuro scenario tra terrorismo ,camorra e rivolte compare la figura del vice direttore Giuseppe Salvia , quasi un direttore operaio , un servitore dello Stato che agisce in un contesto difficile ma che decide di rimanere coraggiosamente fedele a se stesso senza farsi sopraffare o ricattare dalla paura che incuteva la difficile realtà giornaliera dell’ambiente e senza mai perdere l’umanità nei confronti di tutti che era una sua prerogativa . Il racconto della perquisizione a Cutolo rimane un evento straordinario nella storia di questo Istituto di pena perché preoccupava il boss che quello “sgarro” potesse rappresentare un tentativo di contrastare e sminuire il suo potere all’interno e fuori , e lo schiaffo al Direttore che ne seguì . Ma Salvia non cedette alle intimidazioni , e pur immaginando le conseguenza, ebbe il coraggio di fare personalmente ciò che gli altri non fecero nel timore di una vendetta , la perquisizione, che però pagò con la vita in un agguato ordinato dal boss sulla tangenziale di Napoli . Era il 14 aprile 1981. Tuttavia il coraggio di Giuseppe Salvia e la sua determinazione nel far rispettare le regole il non farsi sopraffare dal ricatto della paura , il desiderio di rimanere sempre coerente con se stesso , non dovevano piacere nell’ambito dell’amministrazione penitenziaria e quindi Salvia appariva alquanto isolato in un contesto così difficile e, scrive l’autore, fu “lasciato solo dallo stesso Stato che stava servendo e senza che nessuno abbia avuto la forza di poterlo difendere “ . Sono ancora in tanti a ricordare il Direttore Salvia .
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“ Ho la memoria ferma su quei ricordi anche se sono passati 40 anni , - racconta il dottor Emilio Parrella all’epoca Cardiologo presso il carcere di Poggioreale - Avevo 26 anni . Peppe era un capo nei fatti non solo nei titoli . C’era un Direttore, forse impegnato in altre faccende, e Salvia era il responsabile reale del carcere. Egli ha dimostrato sempre la sua umanità ben sapendo però che le regole valgono per tutti anche per i detenuti eccellenti. Forse i tanti eccellenti del tempo pensavano che le regole non valessero per loro così potevano comandare sia nel carcere che fuori. Salvia a questo si era opposto e perciò è rimasto sul terreno come un eroe i cui valori possono tornare a vivere . In quegli anni avevamo l’incoscienza della nostra gioventù e pensavamo che la battaglia si vincesse avendo dei valori Ma questo libro di Antonio Mattone ci fa rinascere la speranza “. Il carcere di Poggioreale è stato intitolato a Giuseppe Salvia.
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