Portici. L’eco delle idee di Berlinguer nel confronto di Libera
Presentato il libro di Piero Ruzzante “Eppure il vento soffia ancora”
08-10-2021 | di Claudio Di Giorgio

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Nella sede di Libera Portici, il bene confiscato alla camorra, il segretario generale del Partito Comunista Italiano Enrico Berlinguer, uno dei giganti della Politica Italiana e della prima Repubblica, è stato ricordato nel libro di Piero Ruzzante “Eppure il vento soffia ancora”.
Hanno partecipato con l’autore anche Flora Calvanese donna del PCI e Deputato alla Camera proprio negli anni di Berlinguer e il parlamentare Gianfranco Nappi. Un titolo per il libro tratto dalla omonima canzone di Angelo Bertoli ispirata oltre 40 anni fa dal dilagare di un irrefrenabile desiderio di potere economico dell’uomo, guidato soltanto da un freddo interesse alla vita.
L’autore del volume ha sviluppato il racconto degli ultimi giorni di vita del grande statista Berlinguer, facendoli intrecciare con i passaggi essenziali dell’azione politica della quale fu protagonista e ricordando le sue idee innovative rispetto a quelle della vecchia nomenclatura comunista diffuse fino ad allora, portando così con la sua pur breve vita, nuova forza al “vento della speranza” che sembrava sopito.
L’introduzione del Presidente di Libera Leandro Limoccia ha aperto il sipario sulla personalità di Berlinguer con la clamorosa dichiarazione che egli fece a Mosca nella conferenza mondiale di tutti i partiti comunisti nel giugno del ‘69 quando dichiarò: “Noi respingiamo il concetto che possa esservi un modello di società unico e valido per tutte le situazioni, riteniamo che l’egemonia della classe operaia debba realizzarsi in un sistema politico pluralista e democratico. Noi in Italia siamo una forza nazionale che non si lega alla propaganda delle conquiste socialiste che si realizzano in altri paesi, ma conduciamo nell’indipendenza la lotta per le conquiste socialiste”.
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Una dichiarazione che apparve immediatamente scandalosa per quei tempi non solo in quella assise ma anche tra gran parte dei comunisti italiani. Nel libro si trova la conferma di quanto questo leader godesse ora come allora di una stima e di un consenso che furono riservati a pochissimi esponenti politici della Prima Repubblica. Ciò deriva dalla identificazione di Berlinguer con l’immagine dell’uomo politico “perbene”, retto e onesto e capace di emanare un’idea nobile della politica, intesa come servizio nei confronti dei cittadini, e questa sua immagine non contrasta con le sue azioni di lotta per i lavoratori e gli oppressi e con l’idea di eliminare il vecchio ordine fondato sul privilegio e sull’ingiustizia, bensì attraverso un nuovo ordine.
I passaggi essenziali dell’impegno politico di Berlinguer furono la causa della pace, la lotta contro l’installazione dei missili Cruise sul territorio italiano, il raccordo con il mondo cattolico per una nuova società ma senza arretrare nella concezione laica della società stessa, le battaglie sull’aborto e sul divorzio, la nascita del movimento femminile, un nuovo mondo che mettesse la scienza al servizio dell’uomo.
“Discutere di Enrico Berlinguer - spiega Flora Calvanese - è sempre al tempo stesso emozionante e di grande interesse per il presente. Piero Ruzzante ha scritto davvero un bel libro. E il fatto che sia bello e che l'interesse su Enrico Berlinguer sia ampio lo dice anche il fatto che si ritrova in testa alla classifica di Robinson di Repubblica”.
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