A poco  pochi giorni dall’approvazione del bilancio le polemiche a Portici sembrano non placarsi. A innescare la polemica dei partiti politici cittadini la scelta di innalzare le tariffe  aliquote IRPEF . Decine di migliaia di lavoratori dipendenti e pensionati porticesi pagheranno un' addizionale IRPEF comunale al suo livello massimo, senza fasce di esenzione ed indipendentemente dal reddito. Tale operazione porterà nelle tasche dell’ente circa cinque milioni di euro.

Dopo il partito democratico a rompere il silenzio su questa questione anche i rappresentati del movimento cinque stelle della città della reggia.«L’Amministrazione Marrone- scrivono i grillini - vara un aumento dell’addizionale IRPEF comunale eliminando di fatto la suddivisione della compartecipazione per scaglioni di reddito e portando la compartecipazione allo 0,8% , rendendo l’aliquota uguale per tutti a prescindere da quanto uno guadagni e contrariamente a quanto stabilito dalla Costituzione Italiana. Adesso gli esponenti del PD porticese, pur di vestire i panni di una opposizione vergine e pulirsi le mani da quanto prodotto in passato, con la solita ipocrisia accusano questa amministrazione, di una gestione allegra delle casse comunali tra sprechi, sperperi e incapacità.» L’attacco dei componenti del movimento  guarda anche indietro nel tempo e bacchetta anche l’amministrazione dell’ex sindaco Vincenzo Cuomo.  « Va ricordato- scrivono- che l’aliquota addizionale IRPEF è stata introdotta per la prima volta, ma non era obbligatoria,  proprio dal PD di Enzo Cuomo che nel 2011 istituì l’aliquota allo 0,2% gravando sui cittadini per un gettito complessivo di oltre un milione di euro. Anche in quel frangente l’aumento fu giustificato con la necessità di garantire il pareggio di bilancio, alla luce dei tagli alle risorse proveniente dallo Stato, nonché dalle difficoltà introdotte dal rispetto del patto di stabilità. Tagli e norme che, già nel 2011, rendevano necessari aumenti delle tasse per coprire le spese e l’erogazione dei servizi a favore della cittadinanza.» C.C

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