''Occorre risvegliarsi come famiglie e aprirsi già nei propri condomini per estirpare le radici dell'indifferenza e dell'isolamento. Il Natale del Signore è un'opportunità di vita e di speranza per intraprendere nuove strade, per tornare ad essere umani''.

E' l'invito contenuto in un lungo appello alla città lanciato dai sacerdoti delle chiese di Portici  all'indomani dell'omicidio avvenuto in un bar tabaccheria che ha scosso la città. A due giorni dal Natale è ''una immagine che sconvolge il presepe che richiama armonia e gioia, un anti - presepe in atto'' scrivono i sacerdoti che sottolineano che ''un omicidio non è mai una cosa giusta. Quali che siano le colpe dell'ucciso''.

''Sembra che sia la droga a comandare ancora di più, oggi nella nostra città e ad avere la meglio. A causa di una domanda incalzante da parte di tantissimi 'acquirenti' giovani e adulti, il mercato di essa è diventato ancora più florido''. Di fronte ad un quadro desolante, sembra che siano vani i ''diversi tentativi di Comunità parrocchiali e di alcune associazioni e insegnanti a favore dei giovanissimi. Tanti ragazzi appaiono già persi e incamminati sulla via del farsi male e del fare il male''. ''Ma non è così! Non deve essere così'' spiegano nell'appello, perché ''c'è una linea di bene che continua e che non bisogna estinguere. Il contagio è necessario. Mai fermarsi. Occorre un sussulto degli animi''. Da qui l'invito a ''scoprire l'importanza di essere cittadini'', ''di abitare dignitosamente la città collaborando con le istituzioni'' e di ''adoperarsi con azioni efficaci di volontariato''.

E' quanto mai opportuno riscoprire altri ''brindisi'' che ''non rendano brilli'' così come ''la gioia dello stare insieme serenamente''. Per questo motivo, venerdì 27 dicembre alle 19.30 ci sarà un momento di riflessione comune nella Chiesa di S. Antonio in via Università. ''Occorre risvegliarsi dal torpore prima che sia troppo tardi'', conclude l'appello.

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