Portici. “Criminalità Economica e Casi di Studio”. E’ il titolo del volume di Leandro Limoccia, presidente del Presidio “Libera Portici” nonché ricercatore in Diritto Comparato, avvocato, presentato a Villa Fernandez, il bene confiscato alla camorra.

L'incontro è stato organizzato dal Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università degli studi della Campania.  Una grande occasione per un incontro con personaggi di altissimo profilo tra i quali spiccano Antonio Bassolino ex Sindaco di Napoli, Franco Roberti ex Procuratore nazionale Antimafia, e Roberto Vona professore ordinario di Economia.

Un libro che appare come un insieme di due libri. Uno sulla criminalità economica e uno sui casi di studio che fanno capire i meccanismi attraverso i quali si sviluppa il fenomeno della camorra e della criminalità organizzata, la mafia, il nemico che la società civile ha di fronte e come riuscire a contrastarlo.

Bassolino nel suo intervento individua negli anni ‘70 la svolta, da quando cioè la camorra tradizionale comincia a diventare imprenditrice attorno ai fondi europei dell’agricoltura accumulando e investendo risorse importanti; e il 1980 quando con il terremoto tutto cambia tutto si mette in movimento con lo spostamento di migliaia di persone, nascita di nuovi quartieri senza criterio che producono criminalità, ma che muovono enormi ricchezze economiche. Emerge che abbiamo davanti un nemico che non ci sta soltanto contro ma che è dentro e vive in mezzo a noi nell’economia, nella politica, nella società, nella mentalità, nella storia e il libro si muove dentro questo filone.

Per Franco Roberti “la forza delle mafie sta fuori delle mafie. Se la mafia fosse solo Gomorra sarebbe stata già sconfitta da un pezzo. La forza delle mafie sta nelle sue relazioni esterne nella corruzione. Le mafie hanno sparato sempre di meno ma sono entrate sempre più nell’ economia virale, non si limitano a finanziare ma entrano e gestiscono le imprese, e vi entrano attraverso la figura del faccendiere, del camorrista con i suoi meccanismi corruttivi e intimidatori nel sistema degli appalti”.

Il libro presenta la realtà mafiosa del nostro Paese intrecciandola con quella giudiziaria mediante l’analisi approfondita di 15 casi studio sulla criminalità economica e fa affermare al Procuratore antimafia Cafiero De Rhao, nella prefazione, che il testo andrebbe adottato nelle Università e nelle Procure. Il messaggio del libro è che la battaglia può e deve essere fatta.


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