“Con le riaperture assisteremo a un aumento dei contagi ma a nostro favore avremo la quantità dei vaccinati, se verranno effettuati con velocità” lo sostiene Fabrizio Pregliasco, virologo e docente dell'Università di Milano, in un'intervista a iNews24.it. Riguardo l'ipotesi profilata dal sottosegretario alla Salute Sileri, di poter tornare gradualmente verso una vita normale una volta che metà della popolazione italiana sarà vaccinata con la prima dose, Pregliasco precisa.

“Mi sembra una cosa ragionevole e di buonsenso rispetto alla situazione. Dobbiamo scongiurare l'effetto di due situazioni contrastanti e che devono in qualche modo combinarsi. Potrebbe esserci una prima fase in cui aumenteranno i contatti, quindi anche le infezioni, oltretutto con le varianti e tra i giovani. L'elemento che gioca a nostro favore è però la quantità dei vaccinati, soprattutto delle fasce più deboli, che dovrebbe ridurre l'effetto delle ospedalizzazioni e delle morti. Quindi da un lato ci sarà un'onda di risalita che dipenderà da noi, da quanto saremo irresponsabili, e dall'altro la velocità con cui effettueremo i vaccini. Il numero di cui parla Sileri, ovvero trenta milioni di vaccinati, equivalgono alla metà della nostra popolazione. Ed è ciò che ha permesso al Regno Unito e a Israele di riaprire. Coprendo con i vaccini circa la metà della popolazione quindi, avremo un leggero aumento dei casi, ma non un appesantimento del servizio sanitario nazionale”.

Pregliasco replica anche alla richiesta di Confcommercio Emilia Romagna di adeguare i criteri per definire i passaggi nelle varie fasce di colori: “Calcolato come facciamo adesso, l'Rt aumenterà per le aperture. Nell'ottica delle riaperture, dovremo analizzare la tendenza all'eventuale peggioramento dei casi gravi. L'Rt è molto sensibile e mette in evidenza l'incremento dei nuovi casi.

Anche in Lombardia siamo vicini all'1% e basta un niente per andare oltre. Ma se ricalcoliamo la quota dei casi gravi alla luce dei tanti soggetti protetti e quindi non suscettibili, l'Rt calcolato sui casi ospedalizzati si muove meno e rimane più basso. Volendo riaprire, è chiaro che dobbiamo pagare un prezzo in termini di incremento dei contagi, che speriamo non siano pesanti”. Infine,sull'obbligo della mascherina all'aperto, Pregliasco precisa: “Il Regno Unito ha cominciato la campagna vaccinale uno o due mesi prima di noi, quindi adesso è più avanti e se lo può permettere. Per quanto ci riguarda, dipende dalla velocità con cui andremo noi avanti con le somministrazioni. Se tutto va bene, a giugno potremo pensare di non indossare la mascherina all'aperto. Poi settembre o ottobre al chiuso”.

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