Finetica inaugura il progetto di finanza etica il microcredito sociale “Pio Monte Somma”, che grazie all’approvazione della Fondazione con il Sud sarà diffuso in quattro regioni del mezzogiorno: Campania, Calabria, Puglia e Basilicata.

Il progetto è cofinanziato dalla fondazione Grimaldi, Associazione Libere professioni antiusura e antiracket.

L’associazione Finetica ONLUS è una bellissima esperienza nata in Campania negli anni 90 da un gruppo di giovani che hanno deciso di affrontare il tema della finanza con uno spirito etico, occupandosi della gente in difficoltà nella vita, nell’impresa, nella quotidianità. Finetica, oltre il suo grande impegno nell’educazione finanziaria dei giovani, oggi ha una gamma di attività che va dal microcredito all’assistenza delle persone, le famiglie per risolvere i gravi problemi come racket e usura. In Campania un milione di soggetti non bancabili, ribadito presidente di Finetica Nello Tuorto, in tutta Italia invece sono quasi 10 milioni, un numero enorme di persone che non avendo accesso al credito tradizionale si rivolgono ai canali paralleli. Per le persone e le famiglie in difficoltà economica e a rischio di diventare preda degli usurai, esiste la possibilità di accedere al credito più agevolmente tramite il Fondo di prevenzione dell’usura (del quale Finetica è uno degli enti gestori). Istituito dalla legge n.108 del 1996 Art. 15 e gestito dal Dipartimento del Tesoro del ministero dell’economia e finanza. Il modello operativo del fondo rappresenta la sinergia tra lo stato, le associazioni e le banche. La garanzia statale favorisce infatti l’accensione di prestiti del circuito bancario, prevenendo così l’esclusione finanziaria di soggetti deboli che altrimenti potrebbero rivolgersi ai canali illegali del credito.

Al giorno d’oggi,- ha precisato Lavinia Monti, dirigente ufficio prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario per fini il legali del MEF,-abbiamo 173 enti gestori del Fondo: 44 associazioni e fondazioni e 129 confidi, che ogni anno devono rendicontarci della sua attività. È importante di riunire tutti enti gestori nella stessa sala, (anche se è virtuale), in modo che potessero incontrarsi e confrontarsi. L’anno scorso ho avuto una grande soddisfazione di presentare il rapporto sulla gestione del Fondo, perché è uno strumento che analizza il sistema di 20 anni di attività, ma è anche uno strumento per lavorare meglio. La buona notizia che quest’anno grazie il decreto rilancio abbiamo 10 milioni in più rispetto l’anno scorso. Lo stanziamento non è mai lo stesso, perché il fondo si alimenta con le sanzioni di antiriciclaggio e rispetto normativa valutaria. Quindi dobbiamo avere circa 33 milioni di euro (quasi il 50% in più dell’anno scorso). È un segnale importante perché riflette azioni della politica, del governo e degli enti gestori sulla sensibilizzazione del tema. Come si combatte l’usura? Dando un’alternativa legale a quello che è un credito illegale. In quest’anno abbiamo avute anche moltiplicate le iniziative di educazione finanziaria. Abbiamo visto le iniziative di divulgazione con le scuole, con le università, con i cittadini che non sono addetti al lavoro, ma anche le iniziative congiunte tra enti gestori...

 L’usura ormai è al centro di attenzione degli organi di stampa. Il tema è attualissimo. - Ha ribadito Mario Muccio capo staff commissariato nazionale antiracket e antiusura. -E che lo stato sociale di diritto deve implementare ulteriormente. Prevenzione, solidarietà e contrasto sono tre grossi filoni sui quali bisogna contare per sconfiggere il fenomeno. Importante anche il discorso di educazione finanziaria. Sono degli argomenti che devono essere tenute in alta considerazione e certamente faremo la nostra parte, ma avremo modo dopo questo periodo, che speriamo che passi presto, incontrarci di persona per organizzare ulteriori iniziative sul territorio e soprattutto per rivedere l’accordo in materia di contrasto all’usura sottoscritto nel 2007 da ABI, Banca d’Italia e che deve essere assolutamente rivisto. Già adesso molte prefetture (Pescara, Potenza, Trani, Barletta, Andria e Torino) si stanno organizzando e stanno firmando importanti accordi di intesa con le camere di commercio, con la Banca d’Italia a livello provinciale, con ABI. Il microcredito è uno strumento importante, che ancora di più deve essere valorizzato e soprattutto Finetica che è in maniera egregia ha fatto la propria parte.

Noi vogliamo soprattutto pensare al momento della prevenzione, e questo lo fa abilmente MEF. Prima di dare incentivi alle vittime, vorremmo che non ci siano le vittime. Che tutto si risolva prima nei migliori dei modi...

Purtroppo nell’arco degli anni abbiamo riscontrato una serie di difficoltà,-dice Nello Tuorto, - le banche con le quali eravamo convenzionati, si rifiutano a erogare piccolissimi prestiti perché non è remunerativo, nonostante che davamo le garanzie al 100%. Anche quando la persona è segnalata nel centrale dei rischi, è protestata, oppure non ha un reddito dimostrabile con le buste paga, la banca non farà il finanziamento. Proprio per questo abbiamo pensato al progetto di microcredito sociale Pio Monte Somma per dare un’adeguata risposta ai bisogni dei cittadini e che con il sistema tradizionale bancario non riuscivamo a fare...

Nell’imbarcarci a questa sperimentazione, non potevamo non attingere alle esperienze del passato, dalla nostra storia…Il progetto che siamo inaugurando oggi aspira alle tradizioni degli antichi monti di pietà. Le prime istituzioni paragonabili ai Monti di Pietà in Italia si ebbero nel XV secolo con i frati degli ordini mendicanti. I Monti di Pietà furono fondati in numerose città d’Italia di piccole e medie dimensioni, che per la loro operosità economica e commerciale, presentavano una forte domanda di credito. I monti si proponevano di dare accesso al credito anche ai poveri con un tasso di interesse relativamente contenuto. Le attività dei monti possono essere viste come le prime operatività finanziarie nel campo del microcredito e come promotori di sviluppo del territorio.

Il fatto che Pio Monte Somma, la cui idea è nata in tempi non sospetti, - ha commentato Paola Avallone, dirigente di ricerca ISMED CNR di Napoli, - mi ha fatto ripensare al ruolo che dobbiamo avere noi che facciamo le ricerche e soprattutto, storici economici. Il nostro compito è fornire sempre più dati e ricerche, affinché si possono trovare alle pieghe del passato soluzioni che possono risolvere i problemi del presente. Io credo che Pio Monte nasce sulla scia proprio di un antico Monte di pietà già operante a Somma nel lontano 1650. È un dato di fatto che viviamo in un presente sempre più senza storia. La vita pubblica si consuma ormai fra un sondaggio, una diretta Facebook, con una sistematica strumentalizzazione di un passato sconosciuto e di immaginario. È proprio in questa delicata fase storica si sarebbe più che mai di conoscere chi siamo stati per provare e comprendere chi siamo. Tutto è storia, la vita è storia, la storia è la vita e solo se così è considerata, il suo valore è elevatissimo...

 Il microcredito sociale “Pio Monte Somma”, sarà un viaggio nelle città del sud e nelle periferie, nelle case della gente, nei loro problemi. Sarà un lavoro con i territori, diocesi e l’associazionismo per intercettare i bisogni e dare risposte immediate. Concedere un piccolo credito ad una persona, significa anche riabilitarla socialmente permettendo la creazione di una rete di relazioni che evita la caduta verso la disperazione della povertà. Il nostro progetto,- ha detto il direttore di Pio Monte Somma Franco Annunziata,-ha l’obbiettivo dell’inclusione finanziaria e la prevenzione dell’usura. Immaginiamo di raggiungere questo obiettivo attraverso i piccoli prestiti che vanno da 1000 € a 10.000 €, restituibili con le rate che vanno da un minimo di un anno con un massimo di 60 mesi con dei importi che oscillano tra 90 e 105 €. L’attività di erogazione dei prestiti sarà subordinata ad una attenta attività di ascolto. Nel tentativo di ridurre l’esclusione ci affidiamo a una garanzia morale: può essere autorità religiosa (parroco), un’autorità civile (dirigente scolastico), presidente di un’associazione che opera sul territorio. Invece attraverso il fondo di garanzia amministrato da Finetica, finalizzato alla prevenzione del fenomeno dell’usura, sarà concessa anche una “garanzia reale” in favore della persona e della famiglia che si trova in condizioni di vulnerabilità economica e sociale. Quindi, credo che il progetto che stiamo sperimentando da un paio di anni in Campania, adesso, grazie all’approvazione da parte della Fondazione per il sud, estenderemo a gran parte di quattro regioni del sud...

Una particolare attenzione nell’attività di Finetica è preservata alle giovani generazioni. Finetica ha un importante accordo quadro con la rete di 25 licei LES (licei economici sociali) in Campania con cui ha stabilito il rapporto di educazione finanziaria. Per questo sistematicamente organizza incontri con i ragazzi per insegnare all’uso responsabile e corretto del denaro e illustrare le modalità legali e gli approcci più idonei di accesso al credito personale familiare al fine di evitare scelte che possono portare al sovra indebitamento o al rischio di cadere nelle mani dell’usura. La rete LES è costituita dal ministero dell’istruzione. La nuova opzione del liceo economico sociale,- ha spiegato Tiziana Tuzi dirigente istituto Seneca a capofila della rete LES Campania,-nasce già nel 2010. Per quale motivo? Perché sostanzialmente vuole riempire un vuoto: nel passato interno del liceo non erano previste le discipline quale il diritto ed economia, e che così, invece, sono in linea con i licei scolastici europei. Tra i vari obiettivi che si prefigge la scuola c’è anche quello trasversale che è quello della formazione di un cittadino attivo. Quindi tutti i temi di carattere economico possono concorrere a questa formazione. LES ha anche una sua interazione di carattere nazionale. Varie reti regionali si raccordano con una rete nazionale che prevede delle azioni, come, ad esempio la notte bianca dei licei, olimpiadi di economia e della finanza e anche altre azioni di accompagnamento. Tramite la rete LES nazionale sono state svolti tre convegni dal titolo “Economia al confronto del ruolo del liceo economico sociale”. Il protocollo d’intesa con Finetica, che abbiamo strutturato a febbraio, porterà ancora di più l’attenzione al mondo della scuola ai temi legati alla legalità ed etica nel campo economico finanziario.

 Il mio punto di vista è quello di un costituzionalista. -Ha argomentato Renato Briganti direttore del corso di finanza etica dell’Università Federico Secondo di Napoli. - Come possibile nei nostri tempi accostare i due termini: finanza ed etica? Prima di tutto ci vuole un punto di equilibrio. Il nostro presidente del consiglio, che è anche un professore e giurista, ha trovato questa espressione: dobbiamo trovare un bilanciamento tra libertà e diritti. Non sempre ci riusciamo nel nostro paese, anche se abbiamo le radici antiche e la costituzione repubblicana del 1948. Occuparsi di usura in modo serio comporta prevenzione e contrasto. È una strategia complessa e che non può prescindere da una critica seria di un sistema economico finanziario senza regole. La finanza perde la sua missione quando perde le regole. La finanza che perde le regole aggredisce le persone. Le proposte io le sintetizzo in breve, medio e lungo periodo. Sul breve periodo sono le soluzioni virtuosi. Il progetto del microcredito sociale che stiamo inaugurando oggi, collaborazione tra Finetica e Fondazione con il sud, dimostra in breve periodo che l’altra finanza è possibile. Sul medio periodo ci sono dei correttivi dell’economia, anche le nuove linee sulla finanza sostenibile che Unione Europea ci sta suggerendo e che sono molto interessanti. Sul lungo periodo, educazione finanziaria è l’unica strada: nelle scuole, ai risparmiatori e ovviamente agli studenti universitari. Per questo proponiamo un piccolo master di primo livello corso di alta formazione della finanza etica, con il quale Finetica è in partenariato, che cerca di orientare gli studenti universitari verso una finanza eticamente orientata...

Durante il convegno sono anche intervenuti Luca Marciani direttore Fondazione Grimaldi, Gaetano D’avino presidente Associazione libere professioni, Antonio Morciano presidente Fondazione Mons de Grisantis, Tommaso de Pace rappresentante operativo in Calabria Ass. Progetti Finanziamenti e Territori, Luigi Ciatti presidente Ambulatorio Antiusura Roma, Tommaso Battaglini presidente SOS Impresa Salerno, Giuseppe Sottile direttore Area Sud Banca popolare Etica, Amedeo Scaramella presidente Fondazione Moscati Napoli.

                                                                             

A cura di Nataliya Ivanyshyn

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