“Non ho riconosciuto subito Giorgio e Rosa Scaramella perché ero sotto shock. Avevo ricordi confusi e frammentati. Ero terrorizzato e non riuscivo ad essere lucido in quel garage. Dopo l’omicidio andai in caserma ma non ero in me, faticavo ancora a mettere insieme i pezzi. Erano passate solo poche ore dal delitto per questo in quell'interrogatorio affermai di non conoscerli".

Marco Salvi, ex datore di lavoro di Maria Adriana Cerrato, ha scelto di sottoporsi all’esame del Pubblico Ministero. L’imputato – accusato di favoreggiamento – ha risposto alle domande incalzanti della Pm Giuliana Moccia. Negli schermi dell’aula Albano del Tribunale di Torre Annunziata, dinanzi al giudice Riccardo Sena, sfilano nuovamente le macabre immagini dell’aggressione contro Maurizio Cerrato, 61enne barbaramente ucciso il 19 aprile 2021 in via IV Novembre per un parcheggio. Stavolta a guardarle - per l’ennesima volta – è Marco Salvi, presente durante l’omicidio.

A poche ore dalla morte del 61enne – intorno all’1.30 - il ragazzo si recò alla caserma dei Carabinieri di Torre Annunziata. In quella circostanza i militari gli fecero vedere alcune fotografie. Durante l’interrogatorio Salvi non riconobbe dall'album né Giorgio né Rosa Scaramella. Il giorno dopo – 21 aprile 2021 alle 18.30 – nonostante fossero trascorsi solo due giorni dall’escussione della sera precedente, l’ex datore di lavoro si recò spontaneamente in caserma e cambiò versione, riuscendo a riconoscere entrambi pur guardando le stesse foto.

Marco Salvi, come dimostrato dalle immagini video recuperate dall’Ingegnere Testa, è presente nella maggior parte dei frame. In base alla deposizione dell’imputato emerge – come lui stesso ha ammesso – la sua presenza durante ogni fase dell’aggressione contro il 61enne. "Non me ne sarei mai andato perché mi ero reso conto che la situazione stava degenerando" ha spiegato in aula Marco Salvi. Dalla colluttazione tra Maria Adriana Cerrato e Rosa Scaramella all’arrivo del commando punitivo. Il ragazzo non si sarebbe mai mosso dal luogo delitto.

L'ex datore di lavoro di Maria Adriana ha dichiarato di avere gestito lo studio creativo in via IV Novembre per almeno due anni. Nonostante l'assidua presenza nella zona per motivi lavorativi, Salvi non avrebbe mai avuto modo di conoscere ufficialmente Giorgio e Rosa Scaramella. "Non avevo idea di chi fossero, magari sarà anche capitato di incrociarli per strada perchè chiaramente il quartiere è quello. Ma per me erano due volti qualunque, non prestavo certamente attenzione a queste persone. Dopo, quando è successo tutto, ho messo a fuoco". Nel tentativo di rafforzare la versione dell'imputato, l'avvocato difensore Barbuti ha inserito tra i testi della difesa proprio Tania Sorrentino. La Vedova Cerrato siederà al banco dei testimoni in difesa di Marco Salvi. 

Anche Giorgio Scaramella, a differenza di sua sorella Rosa, ha scelto di sottoporsi all'esame del Pubblico Ministero. Connesso in videoconferenza da Vibo Valentia, ha risposto alle domande della Pm Moccia in merito alle fasi iniziali dell'aggressione. Dopo essere stato colpito al volto con un pugno da Maurizio Cerrato, Scaramella gli avrebbe lanciato un compressore in faccia. Considerate le gravi ferite riportate, entrambi si macchiarono di sangue. Dalla testimonianze in aula è emerso che uno dei fratelli Savarese avrebbe, presumibilmente, consegnato ad entrambi dei fazzoletti di carta per pulirsi. Inoltre, In base alla testimonianza di Marco Salvi, emerge un altro dettaglio: Giorgio Scaramella si sarebbe allontanato momentanamente dal garage a lite in corso.

Il 4 aprile sarà Pierluigi Savarese a sottoporsi all'esame del Pubblico Ministero. Il proprietario del Max Garage è accusato - insieme al fratello Alessandro - di favoreggiamento e occultamento delle prove. Nella prossima udienza sarà lui a dare per la prima volta la sua versione dei fatti. Il 26 aprile, invece, è prevista la discussione finale. Il secondo filone processuale è alle battute finali. In primavera, con il susseguirsi delle udienze, ogni mistero sull'omicidio di Maurizio Cerrato sarà svelato.

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