Giorgio Scaramella nascose il coltello (mai ritrovato) usato per uccidere Maurizio Cerrato al fine di incastrare il killer Antonio Cirillo. Ultima udienza del 2022 per il processo sull’omicidio del custode degli scavi di Pompei che si sta tenendo alla Corte d’Assise di Napoli. Nell’aula 116, dinanzi al giudice Cristiano e al pm Moccia, è stato ascoltato il maresciallo Nicola Selvo. Il teste di pg è stato sentito come persona che ha stralciato le intercettazioni, che sono state effettuate nei giorni successivi al delitto avvenuto per un parcheggio in via IV Novembre a Torre Annunziata il 19 aprile 2021.

Presenti Domenico Scaramella e Francesco Cirillo, unico ai domiciliari. Mentre dalle rispettive carceri, in videoconferenza, Giorgio Scaramella e Antonio Cirillo. Proprio attorno alle due belve che hanno rispettivamente innescato la lite e ucciso il 61enne si è basta l’udienza odierna.

IL GIALLO DEL COLTELLO. Durante una chiacchierata con altri detenuti all’interno del carcere esce fuori il particolare sull’arma che segnò la fine della vita di Maurizio Cerrato. A spiegarla è il maresciallo Selvo. Antonio Venditto è preoccupato per ciò che può dire Antonio Cirillo, alias Denti Gialli. Ma Giorgio Scaramella lo rassicura dicendogli di aver nascosto il coltello (mai ritrovato) sul quale, oltre al sangue di Cerrato ci sono le sue impronte, e di poterlo tirare fuori a suo piacimento per trarne vantaggio. Solo pochi giorni dopo, però, arriva la confessione da parte di Cirillo.

LO SCAMBIO DI ACCUSE. Lo stesso teste ha evidenziato un’intercettazione telefonica, avvenuta il 9 maggio 2021 fra Rosa Riso, madre del killer di Maurizio, e la sua compagna. La prima esprime tutta la propria preoccupazione per le sorti future del figlio. La Riso afferma che era un ‘guaio che si poteva evitare, ma per il quale anche gli Scaramella avrebbero dovuto pagare’.

Nel frattempo viene captata anche una conversazione in carcere tra Giorgio Scaramella e Antonio Venditto. Quest’ultimo era stato individuato sul luogo dell’omicidio, salvo poi essere scagionato con formula piena dopo che è stato pienamente accertato che non avesse partecipato. Scaramella afferma in primis che gli era stato fatto uno sgarbo solo perché i carabinieri l’avevano trovato nella sua abitazione e perché suo amico. Poi passa a parlare del Cirillo affermando che si era presentato da solo e che nessuno l’aveva chiamato. Il killer di Cerrato viene infatti inchiodato anche dalla testimonianza di Domenico Scaramella, che lo accusa essere l’autore materiale della coltellata che ammazzò il custode degli scavi di Pompei. Anzi nel corso di una pausa sigaretta in presenza proprio di Selvo, durante la sua deposizione, si meraviglia della presenza di Venditto, poiché assente il giorno dell’omicidio.

L’udienza è stata successivamente rinviata alla data chiave del 3 febbraio. In quel giorno saranno ascoltate le quattro belve.  

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