Quei messaggi dei killer dopo la morte del papà arrivato a difendere la figlia in un garage a Torre Annunziata. E soprattutto le immagini del sistema di videosorveglianza del parcheggio privato cancellate per fare sparire le prove dell'omicidio. Riprende dalle prove ricostruite dagli inquirenti che incastrano i quattro imputati il processo ad Antonio Cirillo e agli altri tre con lui nella missione di morte contro il custode degli scavi di Pompei ucciso da una coltellata. Il cellulare di Cirillo è stato sequestrato nella notte tra il 22 e il 23 aprile, poco prima che venissero messi in stato di fermo lui i fratelli Giorgio e Domenico Scaramella.  Sarà l’ingegnere Testa domani a spiegare in aula in Corte d'Assise come è stato possibile recuperare quei frame nonostante si fosse tentato di farli sparire.

Nell'ultima udienza, invece, si è parlato dei messaggi inviati da Cirillo alla sua fidanzata. Così intorno alle 23,06 scrisse alcuni messaggi, su Whatsapp, alla sua compagna dell’epoca. “Perdonami amò, so morto senza di te”. La belva che ammazzò senza pietà Cerrato eliminò gran parte della conversazione, ma gli inquirenti sono comunque riusciti un po’ a estrapolarla. “Dopo cancella i mess -aggiunse Cirillo- Pure tra 15 anni devi avere solo a me. Ora parla con mia madre (Rosa Riso ndr) e vai a vedere che sta succedendo”.

Un aspetto che verrà probabilmente ridiscusso domani, con l'ingegnere Testa previste le deposizioni del maresciallo Selvo e del dottore Sorrentino, il medico legale che ebbe l'incarico di fare l'autopsia e constatò come a provocare la morte di Cerrato sia stata quella coltellata inferta con brutalità contro il papà arrivato in difesa della figlia.


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