“La condanna all’ergastolo per i responsabili della morte di Maurizio Cerrato sarebbe una sconfitta doppia per lo Stato, che per natura deve puntare alla rieducazione e al reinserimento sociale dell’individuo, seppur responsabile di reati gravi come quello della morte di una persona. E’ peggio della pena di morte”. E’ il passaggio chiave dell’arringa difensiva dell’avvocato Antonio Iorio, che difende due dei quattro responsabili della morte dell’ex custode degli scavi di Pompei.

Un’ora di discussione in cui l’avvocato ha ripercorso quel tragico 19 aprile 2021, affermando che “la spedizione punitiva posta in essere dopo la prima colluttazione tra Cerrato e Giorgio Scaramella, “non deve essere confusa con la volontà omicida né dal rischio del dolo eventuale – ha rimarcato Iorio in aula -. Antonio Cirillo ha estratto il coltello per intimorire Maurizio, non per ucciderlo. Non c’è stata alcuna immobilizzazione, è stata un’azione a sorpresa. Nemmeno lo stesso Cerrato, che dopo l’unico fendente ha continuato a fare qualche passo, si era reso perfettamente conto di quanto stesse accadendo”.

Ecco perché, secondo Iorio, la pena richiesta dal pm Moccia “è anticostituzionale, sia perché dimentica il finalismo rieducativo della pena sia perché la sanzione penale deve essere necessariamente sciolta dalla risonanza mediatica avuta dall’evento”. Per Antonio Cirillo è stata quindi chiesta la derubricazione da omicidio volontario a preterintenzionale, con una pena compresa tra i 10 e i 18 anni di carcere, mentre per Francesco Cirillo è stata chiesta l’assoluzione perché “non esistono atti di indagine che possano accertare che, addirittura con problemi gravi di deambulazione, abbia immobilizzato Cerrato, se non attraverso la visione dei fatti fornita dalla Procura. La stessa figlia di Cerrato, Maria Adriana, ha fornito dichiarazioni non precise sui responsabili – ha affermato l’avvocato - rischiando di far condannare una persona estranea ai fatti per uno scambio di persona. Sappiamo tutti che la perdita di un genitore è impossibile da superare, ma Antonio Cirillo è consapevole che oltre ad aver distrutto la famiglia Cerrato, ha distrutto se stesso”.

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