Estorsioni e affari di due cosche. Al processo ai capi dei clan Cesarano di Castellammare e Buonocore - Matrone di Scafati arriva un colpo di scena.

Tornano liberi i due imprenditori delle Slot machine, di Gragnano, Filippo Bambace di 58 anni ed il figlio Andrea di 27. Entrambi assistiti dagli avvocati Gennaro De Gennaro e Stefano Sorrentino. In giornata, l’ordinanza emessa dal Tribunale di Nocera Inferiore, che ha deciso la loro scarcerazione.

Così padre e figlio hanno potuto lasciare il carcere di massima sicurezza dove erano reclusi. I due imputati rispondono di reati gravissimi quali estorsione aggravata dal metodo mafioso e quello di partecipazione ad associazione camorristica in quanto considerati imprenditori “collusi” con i clan stabiesi e scafatesi, operanti nel settore delle slot machine. 

Il Tribunale di Nocera Inferiore ha preso, però, atto delle risultanze dibattimentali ed ha rimesso in libertà i due imprenditori. Il processo volge ormai al termine ed il campo valutativo ha raggiunto un livello che ha consentito ai giudici di decidere con cognizione di causa. La difesa si avvia a neutralizzare le gravi accuse mosse ai due imputati. Non sussistono quindi le esigenze cautelari. Secondo gli avvocati difensori il quadro probatorio ha evidenziato che le contestazioni non reggono ad un attento vaglio critico, con risvolti clamorosi. Forte scontro processuale tra Accusa e Difesa in aula. Seppure bisognerà attendere la sentenza per capire come si chiuderà la vicenda processuale dei due imprenditori, la scarcerazione al momento premia il lavoro degli avvocati. I legali stanno portando avanti la tesi difensiva secondo cui i Bambace non sarebbero collusi con la camorra locale e soprattutto che non avrebbero mai tratto vantaggi economici o altra utilità dalla relazione con le cosche. I due imputati seguiranno, da oggi, le ultime fasi del processo da uomini liberi.


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