La Regione Campania ora chiede i danni all’imprenditore farmaceutico Nazario Matachione e ai suoi presunti “soci”. Si è aperto con la costituzione di parte civile dell’Ente di Palazzo Santa Lucia (dinanzi al gup Umberto Lucarelli del Tribunale di Napoli) il processo per corruzione intorno al “sistema Matachione”: una fitta rete di relazioni che per i pm della Procura partenopea - Celeste Carrano e Henry John Woodcock – consentiva al “re delle farmacie” di ottenere trattamenti privilegiati e favori burocratici, sfruttando il contatto interno in Regione col funzionario del settore Sanità ed ex assessore al Comune di Trecase Umberto Celentano. Celentano, anch’egli alla sbarra, è accusato di aver fornito a Matachione documenti e autorizzazioni facilitate in cambio del pagamento di una crociera “ed altre utilità”. Entrambi affronteranno da liberi il processo.

GLI IMPUTATI. Oltre a Nazario Matachione e Umberto Celentano, che secondo la Procura anticipava all’imprenditore i test d’ingresso alla facoltà di Farmacia di Napoli, anche un altro funzionario regionale, Nicola D’Alterio. Lo stesso D’Alterio ha chiesto di essere ascoltato alla prossima udienza, prima che il giudice decida sulla richiesta di rinvio a giudizio presentata dal pm. A processo anche Celentano junior, Francesco Mariano, il figlio del funzionario regionale assunto – la tesi dei pm – dallo stesso Matachione a San Giorgio a Cremano per ricevere agevolazioni sull’apertura di nuove farmacie.

IL PROCESSO RESTA A NAPOLI. Gli avvocati di Nazario Matachione, Elio D’Aquino e Bruno Von Arx, hanno eccepito in udienza l’incompetenza per territorio del Tribunale di Napoli. Per i legali dell’imprenditore la presunta corruzione, ricostruita dal gip Dario Gallo in una telefonata del 18 luglio 2014 tra il “re delle farmacie” e Umberto Celentano, si sarebbe consumata a Trecase, città di residenza del funzionario e della sua utenza casalinga. Il processo dunque – la tesi difensiva – dovrebbe tenersi al Palazzo di Giustizia di Torre Annunziata. Eccezione respinta dal gup: “Reati commessi da più persone in concorso e con diverse residenze – la sua motivazione - . Incertezza sul luogo di consumazione dell’ultimo atto, ma vige il criterio residuale del luogo del pm che per primo ha iscritto la notizia di reato”. Il processo va quindi avanti a Napoli. La Regione chiede i danni.

 

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