Novanta chilogrammi di prodotti ittici sequestrati, gli stessi che senza l’intervento dei carabinieri e della Capitaneria di porto, sarebbero finiti sicuramente sulle tavole dei torresi per il giorno di Pasqua. E invece, a evitare portate a base di pesce pescato in acque inquinate – dove c’è tanto di divieto – sono state le attività di prevenzione e repressione dei militari, indette proprio per ‘vegliare’ sul periodo più critico da quel punto di vista.

I carabinieri con i colleghi della guardia costiera hanno controllato diverse attività di Torre del Greco, compresi gli ambulanti che di solito si ‘appostano’ nei pressi della banchina, dove già in passato le forze dell’ordine hanno sanzionato pescatori che non rispettavano i divieti imposti dall’Asl. In questo circostanza sono stati denunciati cinque venditori: un 49enne, un 43enne, un 66enne ed una 67enne del luogo ed un 73enne di Torre Annunziata, tutti accusati di vendita di alimenti nocivi alla salute. Il blitz eseguito in queste ultime ore è soltanto la punta dell’iceberg di un problema che affligge il molo corallino: l’area mercatale realizzata anni fa negli ex Molini Marzoli – costata cara e realizzata con i fondi europei – è praticamente una struttura fatiscente, chiusa per la caduta di calcinacci.

Uno spreco che costringe ogni giorno tanti pescivendoli a non poter lavorare, in quanto al molo di levante c’è il divieto di vendere pesce sulla banchina – se non in appositi negozi – e non c’è la possibilità di poter accedere invece al mercato che poteva ospitarli, studiato appositamente per quella funzione. 

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