L’innovazione tecnologica ci sta spingendo velocemente verso la quarta rivoluzione industriale che ha al centro l’economia digitale. Una sfida alla quale l’Italia sembra approcciarsi in ritardo nel confronto con l’Europa. L’Italia è infatti quart’ultima in Europa per lo sviluppo digitale, ampiamente al di sotto della media europea e dietro solo a Paesi quali Grecia, Bulgaria e Romania. Solo il 15% delle imprese italiane è raggiunto dalla banda ultra-larga, contro il 32% della media europea, mentre l’11% delle aziende si è attrezzato per vendere online i propri prodotti, contro una media Ue del 20%.

Il progetto Sud 4.0

Per migliorare questa condizione è stato varato il progetto Sud 4.0 che prevede forti investimenti mirati allo sviluppo dell’economia digitale. I quattro miliardi di investimenti aggiuntivi comporterebbero un recupero della produttività del 15% e una crescita aggiuntiva del Pil dell'1%. Industria 4.0 rappresenta quindi un’occasione unica per il Mezzogiorno e per il Paese, per ritornare a crescere in modo duraturo e consistente. Industry 4.0 impone tuttavia una trasformazione molto profonda, un cambiamento di mentalità delle imprese e delle persone che richiede una necessaria convergenza delle competenze. E' fondamentale quindi che si generi un circolo virtuoso in cui le banche sappiano dotarsi di capacità di valutazione dei progetti industriali 4.0, il sistema Universitario e il sistema della formazione in generale sia in grado di accompagnare una trasformazione delle competenze finalizzata a formare nuove figure professionali e il sistema politico, sia nazionale che locale, continui ad essere parte attiva nell'incentivare e nell'accompagnare la trasformazione.

La situazione in Campania

Tra i territori “fast mover” nello sviluppo dell’e-commerce in Italia c’è il Meridione, che registra su questo canale una percentuale di imprese attive peri all’11,8%, seconda solo al Nord-Est (12%) e davanti a centro (9,5%), e Nord-Ovest (10,7%). Un risultato reso possibile anche dalla buona diffusione della banda ultralarga. Settore in cui la Campania è la terza regione italiana, con il suo 14% di popolazione raggiunta, contro il 25% della Lombardia e il 22% del Lazio. Questo cambiamento ha già regalato i primi risultati. Secondo i dati del Rapporto Svimez 2017, infatti, il Pil della regione Campania cresce più che nelle altre regioni.

Nel 2016, infatti, la Campania ha fatto la parte del leone trainando il Mezzogiorno con un sonoro +2,4 per cento, essendo di fatto la regione che ha fatto registrare la performance migliore in tutta Italia. Il momento, dunque, sembra propizio dal punto di vista economico. Ma perchè l’economia della Campania, e del Sud in generale, vada ancora più veloce è necessario che le micro-imprese inizino prima di tutto a sposare tecnologie come queste sostituendole a quelle più vecchie che rallentano di molto il lavoro in amministrazione ad esempio. Seconda azione che le micro-imprese devono fare è quella di aggregarsi tra di loro vincendo resistenze e individualismi ormai senza giustificazione e anzi del tutto controindicati per la loro stessa sopravvivenza. La terza è che il mondo della formazione fornisca un supporto serio e qualificato, sfruttando ad esempio una delle novità annunciate da Calenda, la possibilità cioè di utilizzare il credito d’imposta già previsto per consentire ai lavoratori di essere dotati delle necessarie competenze per partecipare alle sfide dettate dall’industria 4.0.

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