Tutto sospeso. Rinviata la decisione sulla sua estradizione a Bruxelles. La Corte di Appello di Napoli ha accolto le richieste formulate dai legali Dezio Ferraro e Federico Conte dell'europarlamentare Andrea Cozzolino relativamente a un'integrazione probatoria alla verifica della struttura carceraria che in Belgio dovrà accogliere l'indagato e rinviato l'udienza sull'estradizione al prossimo 28 febbraio.

I legali dell'europarlamentare, indagato dalla Procura federale belga nell'ambito dell'inchiesta Qatargate, hanno fatto istanza relativamente alla costituzionalità del mandato d'arresto europeo. In merito a questa richiesta la Corte ha rinviato la decisione. Le richieste formulate dal collegio difensivo dell'europarlamentare sono state tutte condivise dalla Procura generale presso la Corte d'Appello di Napoli.

Le richieste di integrazione probatoria formulate oggi dai legali dell'europarlamentare Andrea Cozzolino - indagato dalla procura federale belga nell'ambito del cosiddetto Qatargate - alla Corte di Appello di Napoli ad acquisire ulteriori informazioni sugli elementi su cui si fonda il mandato di arresto di internazionale. "Si tratta - fanno sapere gli avvocati Dezio Ferarro e Federico Conte - di un racconto sintetico di fatti presupposti che noi non conosciamo. Un racconto in cui pagamenti vengono solo evocati. Sembra piuttosto - aggiungono - una normalissima attività di interlocuzione tra parlamentari europei, su questioni di voto, di opinione, condotte non censurabili, evidentemente".

La richiesta avanzata dai legali è, quindi, "finalizzata a capire dov'è l'aggancio tra un'attività pacificamente lecita e non censurabile e una condotta criminale". Si tratta di una circosanza, questa, secondo gli avvocati di Cozzolino, che non è ancora chiara: "Nel fascicolo in nostro possesso non c'è nulla, peraltro, di quanto comparso sulla stampa, a proposito di intercettazioni e di incontri". Gli avvocati hanno infine puntato il dito sull'impossibilità, da parte del Giudice dello Stato al quale è giunta la richiesta di mandato di arresto "di sindacare sull'impianto indiziario". "Lo spazio di valutazione è molto ristretto per i giudici nazionali, e su questo noi stiamo valutando di sollecare una questione di legittimità costituzionale su questa norma, per violazione dei precetti che salvaguardano i diritti di difesa, uguaglianza tra i cittadini, e del giusto processo. Evidentemente - concludono - la privazione della libertà personale di un cittadino italiano non può essere difforme quanto ai critedi di decisione a seconda se la decisione viene presa da un giudice italiano o un giudice comunitario: su quest'istanza la Corte di Appello non hanno dato seguito alla nostra richiesta, allo stato, ma si sono riservati all'esito dell'acquisizione dellla documentazione richiesta".

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