Scorgere una Luce nel Buio, 40 anni senza manicomi” è il titolo del convegno organizzato a Villa Signorini di Ercolano da Lions Club International “Portici Miglio D’Oro”, d’intesa con “Casa di Rosanna” e col patrocinio del comune di Ercolano.

“L'impossibile diventa possibile” aveva dichiarato lo psichiatra Franco Basaglia, promotore della legge che in pratica chiuse i “manicomi” nel lontano 78.  E’ ancora viva la memoria del tempo in cui erano attive le strutture che accoglievano i malati con disturbi mentali, i cosiddetti “Manicomi” , e le storie tristi che spesso emergevano da quei luoghi  sui trattamenti che gli erano riservati. Ambienti che somigliavano più a lager, spesso antichi e fatiscenti dove viverci era un inferno e dove troppo spesso il rispetto per l’uomo e per la sua dignità erano completamente inesistenti. Storie che mettevano brividi e immagini che trapelavano mostrando quanto quei luoghi  fossero soltanto luoghi di contenimento sociale, parcheggio per persone spesso “scaricate” dai familiari e  che lì si attendevano il fine vita, dove si entrava ma non sempre se ne usciva.

Tutto questo è stato ricordato nel convegno cui hanno partecipato gli studenti dell’Istituto Orazio Flacco di Portici e numerosi relatori tra cui gli psichiatri Carlo Amati, responsabile centro diurno DSM-ASL Napoli 3, Francoise De La Salle, Giuseppe Nase, Gaia Sampogna, i quali hanno ripercorso le fasi salienti dell’evoluzione del cambiamento fino alla legge  180 del ‘78  cosiddetta “Basaglia” . Questa legge  40 anni fa portò “aiuto e dignità” a quelle persone sfortunate che venivano definite “alienati mentali” che dovevano essere curate e detenute nei cosiddetti “manicomi”. La legge si assunse l’onere di riformare l'organizzazione dell'assistenza psichiatrica ospedaliera distribuendola territorialmente proponendo il superamento della logica manicomiale  e fu seguita subito dopo dal Servizio Sanitario Nazionale (23 dicembre 1978) e la realizzazione dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) fortemente integrati con gli altri servizi socio-sanitari al  fine di prevenire l’isolamento e  aiutare le famiglie a sostenere il malato.

Durante il convegno è stata  ricordata la tragedia in cui perse la vita venti anni fa il dottore Bruno Gentile  psichiatra del Dipartimento di salute mentale di Ercolano, accoltellato proprio nel suo ufficio da una persona affetta da disturbi mentali.  Lo ha ricordato Antonio Piccolo di  “Casa di Rosanna”, consegnando alla vedova  Giuseppina Iacono e alla figlia Daria una targa alla memoria ricordando anche la realizzazione a Ercolano  di “Casa Gentile”, appunto dedicata al Dottore Gentile che accoglie persone fragili del territorio accompagnandole nelle loro attività quotidiane.

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