Quelli so di alto livello, gente di serie A, non munnezzaglia”. Sono le parole di Adolfo Greco che avrebbe proferito nel corso di un’intercettazione telefonica risalente al 2013. Con queste parole l’imprenditore di Castellammare di Stabia si riferiva a Nicola e Filippo Cataldo, nipoti del boss dei casalesi Michele Zagaria. E’ quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare con la quale il Gip di Napoli Leda Rossetti ha autorizzato l’arresto dei due rampolli del clan.

Destinatario dell’ordinanza, anche Adolfo Greco, a neanche 24 ore dalla scarcerazione dal carcere di Secondigliano, nel quale era detenuto. La decisione del giudice Iannone era giunta per il repentino peggioramento delle sue condizioni di salute. Greco da qualche mese aveva anche deciso di non presenziare alle udienze in corso al tribunale di Torre Annunziata. Per venerdì prossimo è stato fissato l’interrogatorio di garanzia, ammesso che le sue condizioni glielo consentano.

Il giudice ha disposto invece gli arresti domiciliari per due dirigenti locali della Parmalat, Lorenzo Vanore e Antonio Santoro, e per due prestanome, Giuseppe Petito e Teresa Zazzaro a cui si contesta il trasferimento fraudolento di valori. Secondo quanto emerso dalle indagini, Greco, i nipoti del boss Zagaria e i dirigenti locali Parmalat avrebbero preso parte a degli incontri tra Castellammare di Stabia e la Penisola sorrentina, avvenuti nel 2013, periodo in cui l’imprenditore era già attenzionato dalla Polizia.

La ditta di distribuzione Euromilk, sotto altre forme societarie, avrebbe continuato ad avere rapporti con la Parmalat (che non risulta coinvolta in questo procedimento) malgrado il sequestro disposto nell'ambito di un'altra inchiesta continuando a produrre guadagni per i fratelli Capaldo i quali hanno continuato ad avere il controllo camorristico della distribuzione del latte in Campania anche grazie all'aiuto fornito da Adolfo Greco. Sarebbe stato lui, infatti, a consigliare ai nipoti di Zagaria, figli di sua sorella Beatrice, di costituire una cooperativa di lavoratori - poi trasformata in srl, la Santa Maria srl - alla quale far "ereditare" i contratti che Euromilk aveva con Parmalat, quest'ultimi portati avanti malgrado il sequestro e l'amministrazione giudiziaria. Per agevolarli, sempre secondo la DDA (sostituti procuratori Giordano e Cimmarotta), Greco avrebbe concesso loro il latte da distribuire praticamente a prezzo di costo, per un paio di mesi. Soldi che poi gli sarebbero stati corrisposti solo diverso tempo dopo.

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