Quindicenne e' stato ferito al torace per difendere un amico. Ricoverato, da ieri in ospedale, soffre per le conseguenze della coltellata che ha sfiorato il polmone. Ma non era il ragazzino la vittima del branco. Minacce di morte sono arrivate al giovane che era in sua compagnia. "Dolore, rabbia e paura'' sono i sentimenti che esprime Rita I., sorella maggiore del 15enne accoltellato ieri pomeriggio a Gragnano, da sei minorenni che volevano ''punirlo"' per una precedente lite. I responsabili del ''raid'' sono stati individuati nella notte e denunciati, mentre il 15 enne è in attesa di eseguire il tampone anti-Covid, prima di passare nel reparto di Chirurgia dell'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, dove è stato trasportato dal padre subito dopo il ferimento.

''Mio fratello ha subito una ferita seria all'altezza del polmone. che è stato sfiorato e il coltello gli ha provocato un buco nella pleura dal quale esce aria. Soffre molto - dice Rita - ma soprattutto è molto scosso per quanto accaduto. Io non capisco che razza di persone sono quelli che lo hanno aggredito. Lui era solo e lo hanno preso alle spalle, perché sanno che lui pratica la boxe e avrebbe saputo difendersi. Lo hanno aggredito in sei e persino con un'arma, per una lite in cui lui non c'entrava niente, perché ci stanno raccontando che l'obiettivo era il suo migliore amico al quale sono arrivate anche minacce di morte nei confronti della fidanzata e del papà''. Le minacce ricevute dall'amico del 15enne, prima dell'aggressione, sarebbero state inviate mediante un'applicazione sul telefonino che non lascia traccia e giunge anonima. La sorella del ragazzo ferito ha soli 18 anni e frequenta un istituto musicale. Suona il violino e le storie di violenza che sta vivendo in queste ore sono lontane dalla realtà di famiglia, che vive di un' attività imprenditoriale. ''Ho nelle orecchie la voce di mio padre che urlava: hanno accoltellato tuo fratello, correte - racconta Rita - Quando siamo giunti sul posto, con mia madre e mia nonna, non li abbiamo trovati. Io, allora, disperata, sono andata in giro in pantofole a urlare il nome di mio fratello nei luoghi che sapevo lui frequenta solitamente. E la gente mi guardava incuriosita ma nessuno interveniva, nessuno mi aiutava''.

Dopo essere stato ferito, il ragazzo ha chiamato il papà che è giunto sul posto, un vicolo in località Rosario, a Gragnano, per soccorrere il figlio, steso sul selciato e sanguinante. Al suo fianco, spaventato c'era un amico. Ma nessun abitante della zona ha mosso un dito per intervenire, salvo urlare dai balconi quando ha assistito alla scena dell'aggressione. ''Io voglio solo che si sappia che ragazzo è mio fratello: un giovane leale e radioso, disponibile a difendere gli amici, con tanti buoni valori. Amato da tutti. E ha rischiato la sua vita per un amico - dice ancora Rita - Ho ritenuto opportuno la divulgazione di quanto accaduto per sottolineare quanto il nostro Paese sia colmo di ferocia ". "Si parla di ragazzini di 15 anni, bambini che escono di casa con armi e con la brutale consapevolezza di utilizzarle. Ragazzini che vogliono imitare i mafiosi".

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