Dario Federico si è consegnato ai carabinieri dopo due settimane di latitanza. Il boss 49enne, a capo di un nuovo clan a Scafati, è accusato di una serie di reati, tra cui associazione mafiosa, traffico di stupefacenti ed estorsione.

Al centro dell’inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, che ha portato a 36 misure cautelari, la nuova cosca denominata ‘La Famiglia’ operante nelle zone di Pompei, Castellammare e Scafati. Nella maxi operazione dei carabinieri, scattata due settimane fa, il boss Federico riuscì a sfuggire l’arresto e a rendersi irreperibile. Una breve latitanza terminata con un inaspettato colpo di scena. Il 49enne era in compagnia dei legali difensori Teresa Sorrentino e Francesco Schettino quando si è costituito.

Secondo l’accusa la nuova organizzazione criminale, approfittando di un vuoto di potere collegato allo smantellamento dei vecchi clan della zona, ha spostato le proprie attività in altre aree con l’obiettivo di conquistare un’egemonia sul territorio. Decine gli episodi estorsivi emersi dall’inchiesta della Dda. Nel mirino della cosca anche il porto turistico di Marina di Stabia, vittima di una stesa.

A consolidare il potere del nuovo clan il sodalizio con i ‘Nardiello’ di Torre Annunziata. Il gruppo criminale, infatti, per rafforzare la propria forza intimidatrice poteva contare sulle armi approvvigionate da Domenico Tamarisco. Una potenza di fuoco che ha consentito alla cosca di gestire le piazze di spaccio di Scafati e zone limitrofe, arrivando a controllare i traffici anche a Boscoreale e a Pompei. Dario Federico era l’ultimo degli uomini del clan sfuggiti all’operazione dei carabinieri. Indagini in corso per individuare chi abbia aiutato il boss durante le settimane di latitanza.

 

Sondaggio


Risultati



Puoi ricevere le notizie de loStrillone.tv direttamente su Whats App. Memorizza il numero 334.919.32.78 e inviaci il messaggio "OK Notizie"