“Io sono convinto che attraverso l’intervento di prevenzione sulle organizzazioni criminali, migliorando la trasparenza e incidendo sul conflitto d’interessi, si possono ottenere risultati concreti. Magari non riusciremo a raggiungere gli standard dei paesi del Nord Europa, ma ci allontaneremo sicuramente dai paesi dalla corruzione altissima come registrato in Sud America”. Con queste parole Raffaele Cantone torna a Torre Annunziata. Il Procuratore Nazionale Antimafia, fresco di candidatura a Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata ha fatto visita ai giovani tirocinanti del foro oplontino consegnando una pergamena a conclusione del loro percorso formativo.

Cantone è tornato anche in veste di relatore, nel convegno dal titolo “La corruzione: ieri, oggi e domani” alla presenza del presidente del tribunale Ernesto Aghina e del presidente dell’ordine degli avvocati Gennaro Torrese. Glissato ogni riferimento alla sua candidatura a capo della Procura di Torre Annunziata, assieme a quelle di Frosinone e Perugia: “Ho fatto domanda così come altri colleghi particolarmente autorevoli, deciderà il Consiglio Superiore della Magistratura”.

GLI INTERVENTI. “La corruzione c’è e ci sarà ancora per molto tempo – ha spiegato Ernesto Aghina nel suo intervento – ma abbiamo tre pilastri su cui poggiare la nostra lotta. Si tratta della prevenzione, della repressione e dell’educazione ed è proprio su questo punto che l’Anac si è concentrata ulteriormente. L’educazione si tratta dell’investimento più efficace per contenere questo fenomeno, definito da tutti un furto di futuro, soprattutto per i più giovani che di futuro ne hanno ancora tanto”.

Il presidente dell’Ordine degli avvocati Gennaro Torrese si è invece soffermato sui numeri della corruzione: “Con questo fenomeno è aumentato del 20 per cento il costo di ogni appalto, si perdono 236 miliardi di ricchezze, diminuiscono del 16 per cento gli investimenti esteri. In Europa siamo al 54esimo posto nella graduatoria del tasso di corruzione, meglio solo di Grecia, Romania e Bulgaria. Occorre porre un rimedio serio e continuare a fare rete per contenere questo fenomeno”.

Un dato che non trova molto d’accordo Raffaele Cantone: “La corruzione non è un fenomeno quantificabile e quindi i danni non possono esserne misurati. Le statistiche però ci offrono la possibilità di misurare il sentimento di sfiducia nelle istituzioni, il tratto preponderante nei paesi in cui il fenomeno insiste. Combatterla attraverso la prevenzione e l’educazione è il primo passo verso la repressione e il contenimento del fenomeno”. 

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