“L’amministrazione comunale di Torre Annunziata ha generato una enorme confusione sui documenti relativi al palazzo di via Rampa Nunziante”.

A lanciare l’accusa sono stati Luciano Bonzani e Gennaro Ausiello, gli avvocati difensori di Massimiliano Bonzani, uno degli imputati per il crollo della palazzina che ha causato 8 vittime.

Secondo i legali “alcuni atti non si trovano più ed è emersa confusione sui dati catastali. Un disordine messo in evidenza anche dalle risposte avute dai periti incaricati dalla Procura della Repubblica per cercare di ricostruire tutti gli atti relativi al palazzo crollato”.

Dopo quasi tre mesi è ripartito il processo, celebrato oggi nell’aula bunker del carcere di Poggioreale. Tema centrale dell’udienza è stato l’operato dei dirigenti comunali che si sono susseguiti nel corso del tempo e che hanno generato, secondo la difesa di Bonzani, in una confusione sfociata nell’irreperibilità di alcuni documenti.

Nel corso dell’udienza è stato riascoltato anche l’ex sindaco di Torre Annunziata Giosuè Starita: “Nel corso del trasloco degli uffici dalla sede di viale Manfredi a quelli di via Provinciale Schiti, avvenuto nell’agosto del 2008, qualche documento è andato perso”. Una confusione che viene certificata dalle richieste non solo dei periti incaricati da avvocati e procuratori, ma anche da semplici cittadini. Documentata, infatti, una richiesta di accesso agli atti di un privato, rifiutata dall’ufficio tecnico comunale di Torre Annunziata. Un rifiuto, firmato da Giacomo Cuccurullo, motivato dalla irreperibilità di alcuni documenti.

Tutti elementi venuti a galla solo dopo il crollo della palazzina e dopo che la tesi della Procura ha indicato come abusivo l’immobile di via Rampa Nunziante: “Sono state firmate 3 ordinanze di lavori immediati, senza sapere che il palazzo fosse abusivo – hanno spiegato i legali di Bonzani in aula -. E’ il risultato della confusione che regna sulla parte amministrativa e burocratica della città”.

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