Rampa Nunziante. Augenti in aula: “Ecco le cause del crollo”
Udienza chiave del processo: “Rimedi inefficaci per reggere il peso, si sono affidati alla Provvidenza”
16-10-2019 | di Marco De Rosa
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“Il crollo è avvenuto senza alcun dubbio per lo schiacciamento del maschio murario numero 3, ubicato sul lato Nord Est del palazzo. E la cosa più inquietante è che nessuno abbia pensato di chiamare i vigili del fuoco per denunciare la gravita della situazione”. E’ quanto affermato in aula dal professor Nicola Augenti nel corso della testimonianza resa per il processo sul crollo di Rampa Nunziante.
Senza mezzi termini il professore, in Aula insieme all’ingegnere Andrea Prota con il quale ha redatto la perizia strutturale dell’edificio, ha descritto le cause che hanno portato alla tragedia del 7 luglio 2017. Per più di due ore il professore ha raccontato con dovizia di particolari i momenti immediatamente precedenti alla tragedia, avvenuto a giudizio dei periti a causa dei lavori al secondo piano iniziati nel maggio 2017 (due mesi prima del crollo, ndr), nell’appartamento “di proprietà di Rosanna Vitiello, promesso in vendita a Gerardo Velotto”, così come specificato dal professore Augenti.
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“Parte del solaio e la trave di cemento armato – ha spiegato Augenti in aula – con l’eliminazione del tramezzo hanno gravato eccessivamente sul maschio murario in questione. Le criticità però erano sicuramente evidenti anche il giorno prima del crollo, con lesioni verticali riferite anche da alcuni testimoni. La situazione, poi, è divenuta ancor più grave a seguito dell’eliminazione di alcuni tramezzi. Tra questi, quello in corrispondenza della trave”.
Qualcuno però si era accorto delle criticità e aveva cercato di rimediare: “La presenza di 4 puntelli – ha spiegato Augenti - messi lì con troppa superficialità probabilmente da qualche operaio, è stata a nostro avviso un’ulteriore testimonianza che qualcuno aveva capito la gravità della situazione. I rimedi attuati però sono stati totalmente inefficaci, affidandosi con troppa faciloneria alla Provvidenza. E’ stato come mettere lì uno stuzzicadenti. Si potevano chiamare i vigili del fuoco che avrebbero sgomberato l’edificio prossimo al crollo. Anche un ingegnere di medio livello avrebbe capito la gravità della situazione. Avremmo evitato una tragedia anche solo puntellando a dovere e tamponando le finestre”.
Una perizia che verrà discussa il prossimo 13 novembre, data della prossima udienza. In questa seduta verrà effettuato il controesame del collegio difensivo nei confronti del professore Nicola Augenti e verrà ascoltato anche Mario Menichini.
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