“Massimiliano Bonzani, così come gli altri imputati, sono diventati nemici della città. Ma la verità è che non è mai stato direttore dei lavori che hanno poi innescato il crollo”. L’avvocato Gennaro Ausiello ha difeso così l’architetto ritenuto tra i principali responsabili del crollo di Rampa Nunziante.

Al tribunale di Torre Annunziata si è parlato a lungo su chi avesse effettivamente diretto i lavori nella palazzina crollata il 7 luglio 2017. L’avvocato Ausiello ha descritto Bonzani in una duplice veste: “O è un servo sciocco di una combriccola di personaggi che a dispetto delle loro culture dovrebbero garantire la legalità, oppure una mente raffinata che escogita modi geniali per superare la legalità”.

Discusse a lungo tutte le prove che la Procura ha fornito per la formulazione delle loro accuse: “La realtà però dice che le indagini sono state orientate su prove che non hanno avuto riscontro. Fino al punto da immaginare Bonzani come un genio che ha redatto un progetto fissandolo in mente, senza l’ausilio di tecnologie o documenti, trasferendo telepaticamente le informazioni ai lavoratori, visto che non era sul posto e nessuno tra gli operai e gli altri che sono stati chiamati a testimoniare, l’ha riconosciuto o ha detto che fosse lì”.

L’avvocato ha anche fatto presente di aver chiesto all’esperto forense Fabiano Querceto, consulente della Procura, se Bonzani avesse cancellato qualcosa dai suoi dispositivi elettronici: “Nessun file è stato cancellato. Non esiste alcuna prova di riscontro alla tesi accusatoria”.

Solo la tesi di Augenti soddisfa a pieno la difesa di Bonzani: “Ha detto in aula che il tentativo di rimediare alle crepe con puntelli e mattoni è stata opera di un operaio facilone”, ha ricordato Ausiello. L’avvocato, sulla presenza di alcuni architetti sul luogo del crollo nei giorni immediatamente precedenti alla tragedia, riferisce che si trattava di Cuccurullo e di Manzo, “perché nessuno ha riconosciuto Bonzani, sempre presente in aula e quindi anche facilmente riconoscibile da chi è venuto a testimoniare”.

Il punto su cui si è concentrato l’avvocato Ausiello è sull’incontro tra Gerardo Velotto e Francesco Sorrentino il giorno prima del crollo. Un incontro avvenuto, secondo quanto emerso, per esprimere un giudizio su ipotetici danni alla palazzina e a cui Sorrentino avrebbe risposto chiedendo a Velotto se avesse a disposizione un tecnico per valutare la situazione: “Gli fu risposto che si stava organizzando per fare il progetto di ristrutturazione – ha precisato Ausiello -. Il giorno prima del crollo, a lavori già iniziati. Ecco la certezza matematica che Bonzani non era il tecnico di Velotto, per ammissione stessa di Velotto. Ragion per cui la tesi della procura non può essere accettata da un tribunale, perché priva di riscontri”.

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