Rampa Nunziante, Buongiovanni: “Mio padre tranquillo. Mai alcuna irregolarità”
Il figlio di Grazia Monfregola ha testimoniato al processo. Conferme anche da parte di Luigi Amodio: “Non avrei mai coinvolto mia figlia in caso di problemi”
23-11-2020 | di Gianluca Buonocore
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“Se vi fossero state irregolarità mio padre non avrebbe mai dormito sonni tranquilli”. E’ questa la rivelazione di Salvatore Buongiovanni, padre di Giuseppe e Donatella, entrambi imputati per falso ideologico nel processo sul crollo di Rampa Nunziante a Torre Annunziata e figlio di Grazia Monfregola prima proprietaria della palazzina.
Nell’udienza che si è tenuta all’aula bunker di Poggioreale, il teste presentato dall’avvocato Gianmario Siani ha tracciato in breve la storia dell’immobile. “Il mio papà aveva deciso di acquistare la palazzina di via Rampa Nunziante in accordo con Luigi Manzo, vecchio proprietario del Lido Azzurro e suo amico di vecchia data. Ha investito molti soldi e credeva che potesse essere un premio in vista della pensione. Lui nel ’57 modificò il progetto iniziale grazie anche all’aiuto dell’ingegner Astaria e del tecnico comunale Rossi per la creazione di altri tre piani. Poi dopo la sua morte prematura ho dovuto prendere io in mano la situazione, ma sono sicurissimo che lui non fosse a conoscenza di nulla poiché era un tipo molto attento e rispettoso delle regole”.
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Buongiovanni ha chiarito che non vi fosse alcun problemi di tipo urbanistico. “Solo nel corso del terremoto dell’ ottanta si creò una piccola lesione al secondo piano, ma la aggiustai tramite un amico anche con un contributo economico da parte del Comune di Torre Annunziata. Ho saputo che all’Ufficio Tecnico mancava anche la cartellina sulla licenza edilizia che io per puro caso ho ritrovato e fornito in maniera immediata all’avvocato Landolfi”.
Prima di lui hanno conferito l’avvocato Valeria De Caprio, presente al momento del passaggio di proprietà, e Luigi Amodio, padre di Roberta, che era titolare dello stabile ed è anch'essa imputata nel procedimento.
Il testimone dell’avvocato Luigi Landolfi ha anche lui chiarito che non vi erano problemi di alcuna natura. “La pratica è stata seguita dal nostro avvocato Livio Persico. Non ci era mai stato detto da nessuno che il palazzo non poteva essere venduto e che non era stata riscontrata alcuna illegittimità. Altrimenti mai avrei coinvolto mia figlia in una faccenda del genere”.
Amodio ha anche parlato del passaggio di proprietà avvenuto nel 2015. “Erano presenti Roberto Cuomo, Aniello Manzo e Giacomo Cuccurullo. Quest’ultimo ci consigliò di arrivare nel più breve tempo possibile a un accordo. Tutti i problemi sono venuti fuori solo dopo che è avvenuta la tragedia”.
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