Denunciato per calunnia, il giudice decide per l’archiviazione. Giunto al termine il caso della denuncia di Massimo Lafranco nei confronti di Mario Menichini. Il gip Anzalone ha sciolto la riserva su uno dei casi collegati al crollo della palazzina di Rampa Nunziante, la cui sentenza in primo grado è prevista per fine luglio.

I pochissimi contatti telefonici tra Massimo Lafranco e Gerardo Velotto e la mancanza di contatti con Giacomo Cuccurullo e Nello Manzo avevano deposto per la falsità delle dichiarazioni di Mario Menichini, il quale, assistito dall’avvocato Rosa Malinconico del foro di Nocera Inferiore, riferiva che Lafranco, con i predetti soggetti, si sentiva spesso. Dunque, non sarebbe affatto vero che vi erano stati colloqui dai quali era emersa la piena consapevolezza di Lafranco sui lavori edilizi abusivi e sui danni strutturali all'edificio crollato il 7 luglio 2017.

Il pm, dal canto suo, ha fondato la sua richiesta di archiviazione sostenendo che le dichiarazioni di Menichini vengono ritenute niente affatto false, ma anzi attendibili e riscontrate da altre fonti dichiarative e documentali prodotte nel procedimento "principale" tuttora in corso.

Il giudice ha quindi deciso per l’archiviazione perché “la presunta falsità delle dichiarazioni di Menichini – si legge nelle motivazioni – non può essere provata dai soli tabulati telefonici. I contatti potevano bensì esserci tranquillamente anche attraverso altre modalità”.

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