Lacrime e rabbia. Le deposizioni dei parenti di Pasquale Guida e Anna Duraccio sono state fra le più toccanti e eloquenti di tutta la fase istruttoria del processo riguardante il crollo di Rampa Nunziante a Torre Annunziata.

Particolare attenzione alla deposizione di Maddalena Fraschetta, mamma di Anna Duraccio, che non è riuscita a trattenere l’emozione ricordando l’ultima telefonata avuta con la figlia il 6 luglio 2017, il giorno prima del crollo. Infatti era preoccupata dei lavori che stavano avvenendo al secondo piano. E a nulla servivano le rassicurazioni del marito Pasquale. Poco dopo non ci sarebbe stato niente da fare nemmeno per i loro figli Francesca e Salvatore.

Poi è stato anche il turno di Antonio Guida, che stava lavorando come idraulico all'interno dell'appartamento di Gerardo Velotto. Le sue parole sono state riprese anche dal pm Andreana Ambrosino nel corso della prima parte della requisitoria, che sarà completata con la richiesta di condanne al giudice Francesco Todisco il prossimo mercoledì. “Sono entrato i primi di luglio nella casa al secondo piano e sembrava sventrata. Non c'era più niente”.

Infine le deposizioni di Giovanni De Felice e Imma Duraccio, cognati della famiglia Guida. Entrambi abitavano nella palazzina di via Rampa Nunziante, ma riuscirono a scampare alla tragedia. La loro abitazione si trovava infatti sul lato mare. Entrambi hanno confermato che c’erano state delle liti con Velotto. Significative soprattutto le affermazioni di De Felice che ha riferito di un rapporto deteriorato con Pasquale Guida proprio a seguito delle discussioni con lo stesso Velotto.


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