Rampa Nunziante: Cuomo chiede il giudizio immediato
A meno di due settimane dal processo, il primo colpo di scena
20-06-2018 | di Marco De Rosa
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L'amministratore del condominio di via Rampa Nunziante ha chiesto il giudizio immediato. A pochi giorni dall’inizio dell’udienza preliminare del processo fissato per il 2 luglio, arriva la prima svolta sul procedimento legato alla tragedia del crollo della palazzina che sconvolse Torre Annunziata e causò la morte di 8 persone (Giacomo Cuccurullo, sua moglie Edy Laiola e il figlio Marco, Pasquale Guida, la moglie Anna e i suoi 2 bambini Salvatore e Francesca e la signora Giuseppina Aprea).
L’avvocato e amministratore di condominio Roberto Cuomo, finito nell’occhio del ciclone perché, secondo l’accusa, avrebbe ignorato le segnalazioni dei condomini sui lavori in corso di svolgimento nella palazzina poi crollata, ha avanzato la richiesta al Gup Mariaconcetta Criscuolo, rinunciando così all’udienza preliminare, accorciando i tempi del procedimento a suo carico.
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Secondo quanto diffuso dai legali difensori di Cuomo – riportato anche dal quotidiano Metropolis – la richiesta non rappresenta una “resa” ma come una volontà di definire in tempi ragionevolmente rapidi il contenzioso giudiziario.
Gli imputati. Sono in tutto 15. Escluso Cuomo, gli altri si presenteranno dinanzi al Gup. Risponderanno di falsa attestazione (Ilaria Bonifacio, Massimo La Franco, Rosanna Vitiello, Marco Chiocchietti, Luisa Scarfato e Emilio Cirillo), falso ideologico (Rita Buongiovanni, Giuseppe Buongiovanni, Donatella Buongiovanni e Roberta Amodio) ed omicidio colposo (il proprietario dell’appartamento in ristrutturazione Gerardo Velato, il progettista e responsabile dei cantieri Massimiliano Bonzani, l’operaio edile che lavorava in uno degli appartamenti Pasquale Cosenza ed il proprietario di tre unità abitative nell’edificio Aniello Manzo).
La sintesi delle indagini. Secondo quanto ricostruito dalla Procura della Repubblica, a determinare il crollo furono abusi edilizi (Velato, Bonzani e Cosenza avrebbero avallato l’abbattimento di alcune mura portanti al secondo piano) ed omissioni nei controlli delle certificazioni e permessi per i lavori di ristrutturazione, fatali per la stabilità del palazzo, poi crollato all’alba del 7 luglio scorso, scrivendo una delle pagine più tristi della città di Torre Annunziata.
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