Rampa Nunziante. D’Aquino: “Menichini ossessionato dal rancore contro Lafranco”
Chiesta l’assoluzione per il legale coinvolto dal testimone della Procura: “Teste inaffidabile e illogico. Sue parole sono contrarie alla verità”
17-03-2021 | di Marco De Rosa
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“Mario Minichini è un testimone inattendibile. Non solo é incoerente e illogico, ma la sua testimonianza va addirittura in senso contrario a quanto emerso in questo processo". Lo ha affermato oggi l'avvocato Elio D'Aquino, durante l'udienza del processo sul crollo di Rampa Nunziante. "Il rancore di Mario Menichini nei confronti dell’avvocato Massimo Lafranco lo ha reso un testimone non disinteressato”.
Oltre due ore e mezza durante le quali il difensore di Massimo Lafranco, Roberto Cuomo e Rosanna Vitiello ha raccontato la sua versione, attaccando la tesi della Procura e smontando i teste a supporto, come appunto Menichini.
“Nel momento in cui c’è stata la consegna delle chiavi al Velotto in esecuzione del contratto di vendita – ha ricordato l’avvocato d’Aquino - la custodia dell’appartamento spetta al nuovo detentore”, alludendo sulle presunte responsabilità di Gerardo Velotto.
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Ma la tesi centrale dell’avvocato è quella sull’affidabilità del supertestimone chiamato dalla Procura: “Minichini è completamente inaffidabile – ha continuato d’Aquino - Non per la sua fragilità psichica, ma per essere incoerente e contraddittorio con la verità emersa nel processo. Le sue tesi non sono supportate da elementi investigativi, ma fornisce racconti descritti minuziosamente da stampa e opinione pubblica. Compresa la falsità sulla costruzione di una piscina. La realtà ci dice che Lafranco, dopo l’atto preliminare di vendita, si disinteressa completamente di Rampa Nunziante. Nella chat del 12 maggio ha fatto capire di non voler essere più disturbato sulle vicende del palazzo. La frase “chiamatemi solo se cade il palazzo” è la chiara volontà di non voler essere più coinvolto nelle vicende condominiali. Purtroppo è stato fatalmente tradito da uno scherzo del destino”.
Per Lafranco è stata chiesta l’assoluzione: “Una giustizia sommaria non rende onore alla verità – ha chiosato l’avvocato D’Aquino - perché solo quest’ultima può rendere omaggio alla giustizia. Se riusciamo a rendere omaggio alla verità avremo reso omaggio con onore anche alle vittime del crollo”.
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